Ancora minacce per Elena Ferraro l’imprenditrice antimafia che denunciò e fece arrestare Mario Messina Denaro

CASTELVETRANO. Nuove pressioni all’imprenditrice antimafia Elena Ferraro per cedere le quote dell’azienda e andare via da Castelvetrano.  La coraggiosa manager è socia della clinica  di radiologia medica «Hermes» di Castelvetrano. Nel nel 2011 denunciò e fece arrestare Mario Messina Denaro, cugino del boss latitante, Matteo, per una richiesta di estorsione ai danni dell’azienda.

Elena Ferraro non molla e non intende cedere le sue quote né “lasciare Castelvetrano che mi ha accolta con grande rispetto”. La Hermes nasce nel 2005, ed Elena Ferraro viene nominata amministratore dell’azienda. Nel 2011, Mario Messina Denaro, entrò nell’ufficio di Elena Ferraro, presentandosi con orgoglio con il suo solo cognome, proponendole un affare a cui la vittima non avrebbe potuto dire di no. La proposta prevedeva che la clinica diventasse una sorta di “lavatrice” per ripulire denaro sporco che sarebbe servito per mantenere le famiglie dei mafiosi e i loro sodali. Ma la Ferraro denunciò tutto immediatamente, contribuendo ad una serie di arresti, precisamente 30, tra cui la sorella di Matteo Messina Denaro, Patrizia.

Elena non demorde e sui social network si rivolge pubblicamente “Ai cari Signori” scrivendo: “Vi chiedo pubblicamente di non infastidirmi ulteriormente con richieste di acquisto delle quote sociali dell’azienda di cui faccio parte attraverso pseudo mandanti o manifeste proposte volte solo ed esclusivamente a farmi “s cappare” da questa città per espiare la colpa di avere compiuto il mio dovere nel denunciare il malaffare. Vi comunico una volta e per tutte che mai cederò a certi biechi ricatti morali  e se eserciterete l’opzione di vigliacca distruzione di ciò che abbiamo costruito in tanti anni di duro lavoro sappiate che io sarò l’ultima ad abbandonare la nave e pronta alla guerra in difesa di valori che mi contraddistinguono. Io oggi non ho più paura. Io non ho prezzo”.

Elena vive sotto tutela delle forze dell’ordine . Dopo la denuncia, subì un atto intimidatorio presso la sua azienda, con la manomissione di un macchinario. “L’ho scritto sui social – racconta Elena Ferraro – perché ho voluto lanciare un monito a titolo personale, nella qualità di socio della Hermes e non nella qualità di amministratore, a chi, da un pò di tempo e nelle forme più svariate, mi fa pressioni per lasciare questa azienda e vendere le quote nell’interesse di qualcuno che ha manifestato l’intenzione di distruggere la stessa, qualora non accettassi le condizioni poste. A questi dico che non mi piegherò mai a oscuri e misteriosi interessi e che non andrò mai via da una città che mi ha accolto con grande rispetto, specie dopo le mie note battaglie intraprese per portare alla luce il malaffare dominato dal sistema mafioso”.