Anche per la Corte di Cassazione la discarica di Siculiana non andava sequestrata

SICULIANA. La discarica di Siculiana dell’imprenditore Giuseppe Catanzaro, ex presidente di Sicindustria, e sita in contrada Mataura, non andava sequestrata. A deciderlo  la Corte di Cassazione che ha rigettato il ricorso avanzato dalla Procura della Repubblica di Agrigento.

L’annullamento del sequestro della struttura di conferimento dei rifiuti era stato disposto dal tribunale del Riesame di Agrigento per presunti vizi di forma ritenuti «non essenziali» dai pm che, per questi motivi, si erano rivolti alla Suprema Corte. Secondo la Procura, la discarica di contrada Matarano contiene profili di irregolarità amministrativi nelle autorizzazioni e concessioni e avrebbe prodotto fenomeni di contaminazione delle acque ed emissioni di biogas inquinanti.

All’origine del dissequestro, confermato adesso in maniera definitiva, un vizio di forma confortato da carenza di motivazioni. «Il gip aveva l’obbligo di apprezzare la documentazione prodotta dalla difesa al fine di verificare la complessiva tenuta dell’impianto accusatorio. Manca, in definitiva, una puntuale valutazione, anche da parte del pm nella sua richiesta di misura, degli elementi prodotti dalla difesa durante le indagini».

Così i giudici del tribunale del Riesame, nei mesi scorsi, avevano motivato il provvedimento, emesso l’8 settembre, con cui avevano disposto il dissequestro e la restituzione ai gestori della discarica di Siculiana a cui, il 15 luglio erano stati apposti i sigilli.

Gli indagati sono Giuseppe Catanzaro e i fratelli Lorenzo e Fabio, gestori dell’impianto .