AMBROGIO: “ANCHE IO POSSO FARE IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO”

Il consigliere comunale Giuseppe Ambrogio, eletto nella lista Sciacca Democratica con 382 voti risultando il secondo eletto, scalpita. I motivi sono due. Il primo è che ambisce alla carica di assessore, ruolo che gli è stato promesso anche in base agli accordi elettorali. A Sciacca Democratica, uscito dalle urne primo partito della colazione, spetterebbero due assessorati. L’ingresso di Ambrogio è programmato per il mese della vendemmia, anche se il sindaco Francesca Valenti, durante la presentazione delle assegnazioni delle deleghe, ha detto a noi giornalisti (convocati appositamente) che non ha in programma “una rivisitazione della Giunta”.

La notte è trascorsa, ad Ambrogio, ponendosi diversi interrogativi. Uno è: “ma se non mi fanno assessore?”. Un interrogativo tira l’altra, come le ciliegie. E perché non posso fare il Presidente del Consiglio comunale?

La notte scorre, ma ad Ambrogio le risposte non arrivano. Non devono arrivare da altri, ma gli interrogativi che girano nella sua mente non permettono di prendere sonno.

Cogito ergo sum. Ambrogio, dunque, elabora un teorema. Se Filippo Bellanca poteva fare il presidente del Consiglio e io l’assessore, perché la formula inversa non vale?

Il nodo non possiamo scioglierlo noi. Ma la questione sorta nella notte va posta alla coalizione. Si sa, il consigliere Giuseppe Ambrogio, oltre ad essere spinto dalla passione politica, lo è anche dallo spirito “ribelle” ormai noto a tutti.

E’ solo una questione di coalizione, oppure il sindaco Valenti comincia a capire che la politica prospetta percorsi irti? Una cosa è fare lezione ad una platea di studenti universitari che zitti zitti ascoltano per apprendere, altra cosa è diffondere il sapere ad una platea di “studenti” che, finita la campagna elettorale, mostrano quella fibrillazione che rappresenta lo scenario che ormai, e da tempo, viene imposto alla città.

Filippo Cardinale