ALLA SCOPERTA DEI NOSTRI TESORI. IL ROTARY CLUB OFFRE LE TABELLE INFORMATIVE SULLE MURA DI CINTA DELLA CITTA’ E SUI BASTIONI

Il Rotary Club di Sciacca è una continua fucina di idee al servizio della Città. Dopo le tabelle informative collocate davanti i monumenti del centro storico, oggi il club service presieduto dal vulcanico Filippo Marciante presenta la nuova iniziativa. 

Sono state allestite tabelle informative, curate dal medico Calogero Alessi, vero e instancabile cultore della storia della nostra Città, e fortemente appassionato delle mura di cinta e dei bastioni che perimetravano la Sciacca medievale. 

Il Rotary Club consiglia, attarverso le tabelle, un percorso per conoscere la storia delle mura di cinta e dei bastioni. Un’inziativa utile non solo per i turisti, ma soprattutto per i saccensi che molto poco sanno della città. Una storia importante e lunga, tanto da meritarsi l’appellativo di “Città degnissima” nel periodo medievale. 

Ci sembra utile, per i nostri lettori, riportare, in sintesi, i contenuti delle tabelle. 

Passeggiata delle Mura di Vega e dei Bastioni:  La città di Sciacca è cinta da mura inizialmente edificate dai Normanni (XI sec) e, in seguito, ristrutturate ed ampliate da Federico III di Sicilia (XIV sec.). Nel XVI sec. l’imperatore Carlo V ordinò di ristrutturare le trecentesche mura Federiciane che cingevano la città e la loro fortificazione con bastioni. Il viceré Giovanni de Vega ritenne opportuno costruire ex novo le mura del lato nord, che portavano il suo nome. Le mura furono completate nel XVI secolo ma la maggior parte dei bastioni non fu completata con i terrapieni, rendendoli inutili per il mancato posizionamento dei pezzi di artiglieria. Sono lunghe circa un chilometro, munite di quattro bastioni, attraversate dalla Porta San Calogero.

BASTIONE SAN CALOGERO

Piccole e debole, di cui si vedono torrioni e facce ben conservate. Difendeva il lato Nord-Est della città e l’attigua porta omonima, Porta San Calogero, che prende il nome dal monte San Calogero che le sta di fronte. Tra le tre porte esistenti a Sciacca è la più antica e la meno decorata. Aveva imposte in legno.Una ronda la sorvegliava da un camminamento sovrastante (cammino di ronda) connesso alla bertesca con caditoia (ormai non più esistente), che poggiava sulle quattro mensole visibili sulla destra.  Da qui, costeggiando le mura merlate, ben restaurate e parzialmente occultate da costruzioni adiacenti, si raggiunge il Bastione Vega. 

BASTIONE DI VEGA

Dopo aver costeggiato le mura, provenendo dal Bastione San Calogero , si incontra il Bastione Vega, maestoso, mastodontico, ben conservato, ma inutilizzato perché privo di terrapieno. L’aera a questo destinata è occupata da un giardino purtroppo non accessibile.

Avrebbe dovuto difendere illato Nord della Città. Di questo bastione si notano un torrione e le due facce monumentali convergenti in modo da creare un’immagine assimilabile alla prora di una nave.  A seguire, dopo una soluzione di continuità, all’interno della quale, negli anni ’50 venne edificato il mattatoio comunale, si può vedere un tratto di alte mura merlate, interrotte da una breccia viaria. 

BASTIONE GUSMAN

Imponente ma incompleto e privo di terrapieno. Avrebbe dovuto difendere il lato Nord-Ovest della Città. Sul lato settentrionale ci si trova al cospetto del torrione e della parete nord, strutture imponenti e ben conservate, punteggiate da alcune aperture. Sporgendosi sull’attiguo giardino è possibile cogliere uno scorcio dello spettacolare spigolo determinato dalla convergenza delle due pareti.

Sempre su questo lato si nota un rudimentale tunnel ricavato con la demolizione di un tratto delle antiche mura, delle quali consente di conoscere lo spessore della struttura. Dal suo lato meridionale si vedono il torrione malconcio e la parete, sulla quale si aprono delle finestre per dare luce alle case che vi si appoggiano. L’area del mancato terrapieno è diventata un cortile in cui si affacciano molte case. Usciti dal cortile, un breve percorso ci porta verso il Bastione Verrana.

BASTIONE VERRANA

Ubicato nell’area contigua al lato sud dell’attuale villetta, era costituito da due torrioni disposti a tenaglia aperta verso la campagna.

Rivolto a tramontana difendeva un debole tratto di mura a monte di Porta Palermo. Dei due Torrioni ne esiste uno solo ben visibile da lontano, che fa da supporto a questa villetta, la quale ne sfrutta la sommità come belvedere.

Questo è un piccolo spazio circolare da cui si osserva l’espansione della città nel vallone del Cansalamone dove gli Angioini subirono una pesante sconfitta, ratificata dalla Pace di Caltabellotta che pose fine alla guerra del Vespro (1282-1302); da qui si vede anche la dirimpettaia Rocca di Fiori, usata per bombardare le mura di Vega durante la guerra Sabaudo-Ispano-Austriaca (1720)

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