Alcuni progetti bocciati nel PNRR potrebbero essere recuperati

SCIACCA. Alcuni progetti presentati dai Consorzi potrebbero essere ammissibili a finanziamento a carico dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ma solo a seguito di un’istruttoria di emergenza sugli elaborati progettati e allegati.

C’è dunque una possibilità per alcuni dei 31 progetti presentati dai Consorzi ed Enti siciliani che non hanno superato la selezione per ottenere i fondi del Pnrr, oltre 400 milioni di euro di contributi europei del Recovery Fund da destinare all’ammodernamento o la messa in sicurezza dei sistemi di irrigazioni dei campi agricoli in Sicilia.

La precisazione è arrivata a seguito di un incontro, svoltosi a Roma, tra l’assessore all’Agricoltura della Regione, Toni Scilla, ed il ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli. “All’incontro di ieri – ha spiegato Scilla – seguirà un’interlocuzione specifica con il ministero affinchè si possa definire la questione. Ringrazio il ministro – tiene a sottolineare l’assessore regionale – per la sensibilità dimostrata”.

La bocciatura dei 31 progetti ha rappresentato l’ulteriore batosta per un comparto, quello agricolo, già penalizzato fin troppo in Sicilia, allargando ancora di più il gap di sviluppo economico tra Nord e Sud Italia. Il fatto ha scatenato non solo la rabbia dei lavoratori del settore, ma anche polemiche politiche. Dalle nostre parti, è intervento persino un rappresentante della Chiesa di Ribera, don Antonio Nuara, lanciando un appello al Premier Draghi affinché intervenisse al riguardo.

Adesso occorre capire quali progetti, tramite un’istruttoria di emergenza, potranno essere finanziati. Tra quelli presentati, ricordiamo, riguardo la Provincia di Agrigento, il progetto da 39 milioni di euro finalizzato a potenziare il sistema di irrigazione dell’area di Ribera. O ancora, un progetto da 37 milioni di euro per garantire rifornimenti idrici regolari agli agricoltori di Naro. Altri progetti bocciati riguardavano poi la sistemazione ed il potenziamento delle condutture anche nelle campagne della Valle del Belìce. Tanti altri puntavano ad incentivare il riempimento e il successivo sfruttamento della diga Garcia. Tutti interventi necessari a sostenere il comparto agricolo.