AL VERTICE DELLE CARCERI IL “SACCENSE” DINO PETRALIA (fotogallery)

Il nuovo capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria è il magistrato Dino Petralia, nostro “concittadino onorario” con delibera avvenuta nel 2006 con l’Amministrazione guidata dal sindaco Mario Turturi e alla presidenza del Consiglio comunale Fabrizio Di Paola. Il magistrato è stato a Sciacca a guidare la Procura della Repubblica di Sciacca. Un periodo che è rimasto profondamente inciso nel territorio con un duo Petralia-Bellet, quest’ultimo presidente del Tribunale di Sciacca, che ha prodotto risultati di alto valore. Nel 1996, a soli 43 anni, diventa procuratore di Sciacca, dove resta per dieci anni fino alla sua nomina nel 2006 a consigliere del Consiglio Superiore della Magistratura. Per la sua alta dote umana e di magistrato, l’Amministrazione comunale di Sciacca e il Consiglio comunale, deliberarono la cittadinanza onoraria per Dino Petralia, diventato nostro concittadino.

Il Ministro della Giustizia ha scelto Dino Petralia, un magistrato impegnato nella lotta alla mafia. Come vice il Ministro ha nominato l’ex pm antimafia Roberto Tartaglia.

Magistrato di alta cultura giuridica, profondo appassionato di musica classica,  elegante nel vestire, nel modo di fare e di rapportarsi con gli altri,  67enne siciliano. Inizia il suo lavoro di magistrato a Trapani dove lavora in procura con Giacomo Ciaccio Montalto, il magistrato ucciso dalla mafia. Sposato con Alessandra Camassa, anche lei magistrato e oggi  presidente del tribunale di Trapani, Petralia proprio a Trapani “scopre la più grande raffineria di droga di cui si servivano le famiglie mafiose”.

Nel 1985 si trasferisce a Sciacca dove, come giudice istruttore, istruisce il primo processo contro le cosche in cui utilizza i pentiti storici di Cosa nostra, da Tommaso Buscetta a Totuccio Contorno a Pietro Calderone. Nel 1990 eccolo al tribunale di Marsala come giudice, prima civile e poi penale, dove presiede il collegio dei primi processi di mafia celebrati con il nuovo codice.

Al Csm la corrente di Petralia è il Movimento per la giustizia, il gruppo che aveva tra i fondatori Giovanni Falcone.  Dal 2006 al 2010, al Csm negli anni caldi delle leggi ad personam di Berlusconi e Angelino Alfano. Petralia non si tira indietro dai richiami alla Costituzione e alla necessità di rispettarla. Quando il suo quadriennio finisce non cerca un posto di vertice negli uffici giudiziari che pure gli spetterebbe visto che è stato procuratore, ma torna a fare il semplice pubblico ministero a Marsala, per poi passare a Palermo nel 2013 come procuratore aggiunto.  Per tre anni è Procuratore generale a Reggio Calabria.

Filippo Cardinale

(Nella foto del Correieredisciacca, il momento della consegna della delibera di cittadino onorario di Sciacca)