Al cimitero di Sciacca i naufraghi del 2002 dimenticati: né fiori né nomi, solo sterpaglia e degrado (fotogallery)

SCIACCA. E’ come se fossero morti due volte: la prima nel naufragio del 2002, la seconda volta ancora oggi, con le salme lasciate nel degrado, tra le sterpaglie, senza un nome, senza un fiore. Ma con la dignità ancora una volta calpestata, infranta, mortificata. E’ come se il loro destino fosse solo quello della sofferenza. La sofferenza degli stenti subiti nei loro paesi, le violenze, le guerre, le torture. La speranza di trovare nella civile Europa quella dignità che permettesse loro una vita diversa. L’attraversata del deserto, del Canale di Sicilia. Il naufragio. La pietà di “facciata” dei primi momenti, gli slanci di solidarietà iniziali. Poi, qualche giorno dopo, la memoria è cancellata. La solidarietà è alle spalle.

E qui la seconda morte, quella che ha i connotati dell’indifferenza, della “smemoria”. La sepoltura nel cimitero di Sciacca appare più come fossa comune. Le croci in legno indicano che sotto c’è “qualcuno”. Un uomo? Una donna? Non ha importanza. Ormai è tutto passato, tutto dimenticato.

Il naufragio avvenne il 17 marzo del 2002.  I cadaveri sono stati sotterrati nel cimitero di Sciacca, nei pressi del campo 4. Dalle foto di Calogero Scandaglia  si comprende come tutto sia in stato di abbandono. Le salme si trovano tra sterpaglie e rifiuti di vario genere.

Filippo Cardinale