Aica non affidabile per le banche, ora i Comuni soci devono ripianare i debiti e ricapitalizzare la società

SCIACCA. Ripianamento dei debiti e ricapitalizzazione: sono queste le responsabilità che i Comuni soci di Aica dovranno assumersi nei prossimi giorni. Il consiglio di amministrazione si prepara a deliberare la proposta pronta da tempo e già esaminata in prima battuta nel corso di una precedente riunione. In quella occasione il presidente Settimio Cantone, e con lui i consiglieri Carmela Russello e Nuccio Sapia, dopo avere esaminato la proposta di delibera illustrata dal direttore generale Claudio Guarneri, decisero che bisognava apportare delle modifiche e rivedersi in una successiva seduta. Inutile dire che si tratta di un tema scottante.

Bisogna convincere i Comuni soci della bontà di un passaggio che appare ormai obbligato da parte dell’azienda speciale per la copertura delle perdite di gestione degli anni 2021 e 2022 e per una contribuzione riferita alla copertura del programma di investimenti 2023-2025. “Le banche ci considerano non affidabili – ci dice Cantone – un intervento è quanto mai opportuno per dare forza alla società e guardare con ottimismo al futuro. Ma non c’è solo il problema con il credito – aggiunge il presidente del Cda – la partecipazione ai bandi europei impone una compartecipazione e l’attuale capitale sociale è insufficiente per programmare determinate operazioni”.

Il Consiglio di amministrazione si riunirà di nuovo entro questa settimana per approvare la proposta e poi portarla all’esame dell’assemblea dei sindaci. In alcuni Comuni questa volontà è già nota. Sindaci e istituzioni cittadine in genere non stanno facendo salti di gioia di fronte a questa prospettiva. Toccherà poi ai consigli comunali esaminare le scelte fatte dall’assemblea. Ed il dibattito politico che si determinerà si annuncia particolarmente acceso, anche alla luce di un servizio che continua ad essere precario e che a causa delle croniche situazioni di degrado delle condotte cittadine, non è mai migliorato in questi primi due anni di attività.

Il direttore generale di Aica, Claudio Guarneri, ci spiega però che il Cda prima di affrontare la ricapitalizzazione deve approvare il bilancio: “Occorre preventivamente stabilire l’entità della perdita – dice – poi abbiamo previsto due fasi, un ripianamento e la ricapitabilizzazione”. Nel bilancio che si deve approvare, il consiglio si troverà davanti la perdita di 1 milione e 300 mila euro del 2021 più la perdita di esercizio del 2022, che si annuncia molto più corposa per l’aumento dei costi di energia. Per il direttore generale, l’aumento di capitale sociale non deve essere visto come un fatto negativo per i bilanci comunali: “Può essere imputabile a spese in conto capitale ed i Comuni possono accedere alla Cassa depositi e prestiti. In ogni caso, non vale per le spese correnti, per gli enti locali può anche essere un vantaggio avere una quota societaria più corposa”. Insomma, secondo la spiegazione del direttore generale, questo percorso non è affatto una cosa dolorosa per le casse comunali. “E’ un vantaggio per tutti – aggiunge Guarneri – forse i Comuni non hanno ancora capito, è necessario spiegarlo bene e sono fiducioso. Alcuni sindaci già hanno informalmente appreso di questa operazione e sono convinti di poterla fare. Ma voglio precisare che al momento è solo una proposta che dovrà essere sottoposta all’esame dell’assemblea”.

Si annuncia però battaglia politica in molti Comuni. Gli enti locali che sono in regola con il versamento delle quote in Aica e con il prestito regionale a sua volta determinato per consentire alla nuova società di cominciare la propria attività senza sofferenza finanziaria, non sono contenti delle inadempienze di diversi Comuni soci. Nell’ultima riunione, il Cda a tale proposito ha dato indicazioni agli uffici di diffidare tutti i Comuni che hanno una posizione debitoria nei confronti di Aica, riferendosi non solo ai versamenti delle quote, ma anche al pagamento di consumi idrici.

Giuseppe Recca

Tratto da LA SICILIA