Aica: Comuni soci inadempienti. Azienda in vita grazie alle bollette che pagano i cittadini

Euro coins splashing in water
Inaccettabile ipotesi di aumento delle tariffe che nessuno conferma. E pensare che con Aica si sperava in un servizio migliore e in una riduzione dei costi

SCIACCA. Si doveva parlare della situazione del servizio idrico cittadino e delle prospettive in vista della prossima stagione estiva, ma l’incontro di oggi in Municipio con Aica e Ati (c’erano il presidente e il direttore generale dei due organismi) è stata una ulteriore presa d’atto (che molti sindaci fino ad oggi hanno trascurato) della situazione finanziaria drammatica dell’Azienda Idrica Comuni Agrigentini. Da tempo la Consulta degli utenti segnala l’inadeguatezza di Aica e la mancanza della necessaria assunzione di responsabilità da parte dei protagonisti designati alla conduzione del servizio idrico, ma ogni appello è stato ignorato. Oggi dal presidente del Cda Settimio Cantone apprendiamo che a tenere in vita la società ad oggi sono i cittadini che pagano le bollette dei consumi idrici. E gli stessi Comuni soci sono inadempienti perchè hanno 8 milioni di debiti. In sostanza, i veri soci di Aica sono i cittadini, mentre alcuni sindaci non sanno di far parte della società e spesso si lanciano in accuse sulla cattiva gestione dell’azienda consortile. L’ipotesi di un aumento delle tariffe per salvare la società appare clamoroso: nessuno conferma, ma ci sono indiscrezioni che circolano in provincia da diversi mesi. E tutto ciò sarebbe incredibile dopo che gli stessi cittadini hanno chiesto ed ottenuto che il servizio idrico ritornasse alla gestione pubblica in previsione di un miglioramento e di una riduzione delle tariffe. La situazione è davvero drammatica se invece di pensare a portare l’acqua nelle case dei cittadini con regolarità si elencano le criticità della gestione attuale, magari sperando che la politica intervenga con un’azione straordinaria per risanare i debiti e tenere in piedi tutta una serie di cariche affidate agli stessi politici e non ai tecnici.