Agrigento, in frantumi la maggioranza del sindaco Miccichè. FdI: “Adesso basta, meglio ritornare alle urne”
Sono gli stessi assessori comunali, Gioacchino Alfano, Costantino Ciulla e Gerlando Piparo, ad alzare il velo dell’ipocrisia e ad accendere i fari sulla crisi che attanaglia la maggioranza che sostiene il sindaco Miccichè. Assessori di Fratelli d’Italia a cui si aggiungono il capogruppo consiliare Simone Gramaglia e il segretario cittadino del partito di Giorgia Meloni Adriano Barba
La bocciatura del piano triennale delle opere pubbliche durante i lavori consiliari di ieri ha indotto i firmatari del documento a uscire allo scoperto, sofferenti di una situazione politica non più sostenibile. “Una maggioranza in frantumi. Ma adesso basta questa situazione non può più essere ignorata né dall’amministrazione, né dal sindaco, che devono affrontare con urgenza la crisi politica ormai evidente”, avvertono. Per Alfano, Ciulla, Piparo, Barba e Gramaglia, vi è un “momento di grande difficoltà che arriva alla vigilia della importante sfida di Agrigento capitale italiana della Cultura”. Fratelli d’Italia punta il dito sugli altri partiti della coalizione, soprattutto quel raggruppamento autonomista (il partito dello stesso sindaco, il cui referente è l’assessore regionale Roberto Di Mauro, accusati di bocciare provvedimenti cruciali sulla base di un atteggiamento definito “ostruzionistico, legato ad un vecchio modo di fare politica”. Il sindaco Micciché viene sollecitato ad assumere le conseguenziali e risolvere una situazione diventata insostenibile, fatta di giochi politici intollerabili. Fratelli d’Italia non nasconde la possibilità del ritorno alle urne.
Il sindaco sembra ingessato dai giochi politici. Le conseguenze sul Bilancio di previsione (senza Piano triennale non può essere approvato) rischiano di essere pagate care. Senza bilancio il consiglio può essere sciolto. Una situazione che rende il contesto agrigentino simile ad una farsa se si pensa che si è alla viglia di Agrigento, capitale italiana della cultura 2025. Non è certo una bella immagine per Agrigento e per l’intera provincia su cui incombe una gravissima crisi idrica che danneggia senza dubbio un settore importante dell’economia quale il turismo. Una farsa già che inizia con le difficoltà a far nascere la Fondazione Capitale della Cultura, che ha il compito di gestire tutti i progetti premiati dal Ministero della Cultura. Progetto che coinvolgeva gran parte della provincia. Nella nostra provincia si è abituati a veder gettare tutto in mare, c’è l’assuefazione al fallimento della politica che da sempre ha costretto il nostro territorio a rimanere ancorati negli ultimi posti delle classifiche socio-economiche. Così è se vi pare.