Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025, per Firetto le controdeduzioni sono “deboli, carenti e risibili”
AGRIGENTO- Per il sindaco la questione relativa alla (sonora) bocciatura dello statuto della fondazione Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025 si risolve con una controdeduzione inviata al Collegio dei Revisori. Con le controdeduzioni, Micciché invita il Collegio dei Revisori a cambiar parere. Impresa titanica.
Intanto, l’ex sindaco di Agrigento, Lillo Firetto, è convinto che “si rischia di perdere ancora del tempo prezioso” e invita il sindaco Micciché ad avere “il coraggio di opporsi a certe logiche e difenda l’unico interesse della città”.
Firetto sostiene che le controdeduzioni ai rilievi dei revisori “sono deboli, carenti e perfino risibili”. “Male ha fatto il sindaco a smentire se stesso due volte e a non considerare più, come aveva detto in un primo tempo, le osservazioni dei revisori dei conti. Ondivago, come sempre, tenga finalmente la barra a dritta”, chiosa Firetto.
“Vero è che il dirigente non risponde ai rilievi sulla parte finanziaria, perché non di competenza, ma conclude che i revisori hanno sbagliato su tutto e dovrebbero ravvedersi. Si legge nella nota del dirigente una certa ed insolita aggressività, per chi lo conosce come uomo mite e prudente”, sostiene Firetto che è convinto che ” la roboante risposta del Dirigente colga peraltro solo alcuni aspetti giuridici tra le questioni sollevate dai Revisori e non le più importanti”.
“Non v’è dubbio che i Revisori, per la loro competenza, abbiano posto l’accento soprattutto sui temi e profili economico-finanziari, e sembra invece che il Dirigente abbia sottovalutato questi aspetti molto gravi, concludendo con l’invito ai Revisori a rivedere la propria posizione: forse non ha compreso bene che la posta in gioco va ben oltre le squisite schermaglie retorico-giuridiche”, chiosa ancora Firetto.
Per Firetto, i Revisori “hanno evidenziato normativamente e con la giurisprudenza contabile, ampiamente richiamata, che la Fondazione di partecipazione, per le sue caratteristiche deve avere un patrimonio sufficiente a coprire interamente i costi necessari al raggiungimento dello scopo e deve dichiararlo all’inizio della storia. I Revisori hanno pertanto desunto dalle prove contabili ufficiali del Comune di Agrigento che alcune delle somme ipotizzate come esistenti e vincolate (ad esempio la tassa di soggiorno) non ci sono o non sono indicati i criteri e i modi reali per averle. E questo è uno degli aspetti che non consentiranno alla Fondazione di ottenere la personalità giuridica. Non è stato approvato il rendiconto del Comune 2022, non vi è certezza dunque delle somme così come quantificate nel dossier. Ma potremmo anche aggiungere che la tassa di soggiorno dovrà essere utilizzabile secondo il regolamento vigente approvato dal Consiglio comunale che prevede diverse destinazioni per capitoli; in verità il Consiglio comunale non ha mai approvato di modificare il testo del regolamento o di approvare una deroga ad esso per capitale della cultura 2025. Chi lo dice che il Consiglio comunale sia disposto ad impegnare la gran parte della tassa di soggiorno solo per gli eventi inseriti nel dossier, sottraendo tutte le risorse destinabili ad altri interventi essenziali per lo sviluppo turistico della città?”
Firetto aggiunge: “I Revisori si domandano a proposito della nomina dell’Organo di controllo della Fondazione, perché si vuole derogare al criterio generale del sorteggio?
I Revisori evidenziano un’altra grande anomalia. “La nomina diretta delle tre figure che avranno il potere di gestione di tutto ciò che si dovrà e potrà fare mediante la Fondazione (Direttore generale, Project ed Executive manager) in spregio delle procedure di evidenza pubblica. La singolarità è dovuta, altresì, al fatto che questi soggetti sono i titolari dell’Associazione MeNo che si vuole avere tra i soci fondatori. Ora, se da un canto è previsto che tutti i soci, sia fondatori che ordinari che sostenitori dovranno dare o fare qualcosa per giustificare la loro presenza in Fondazione, l’associazione MeNo, non solo non è previsto che faccia o dia nulla alla Fondazione, ma prende per sé e per i suoi membri, visto che per i servizi che renderà in favore della Fondazione pretenderà un compenso abbastanza cospicuo”, sottolinea Firetto.
I Revisori si domandano il perché della durata della Fondazione oltre l’anno (2025) in cui è prevista tutta la spesa del fondo a disposizione. “La domanda è legittima per il principio già esposto: se l’Ente fondatore deve indicare le reali fonti di finanziamento per il raggiungimento dello scopo, quali sono le fonti per pagare gli stipendi del direttore generale, del project manager ed executive manager fino al 2028, ma soprattutto, quali sono gli scopi ulteriori, trascorso il 2025, scopi non rintracciabili nello Statuto ?”
Per Firetto, ci sono ancora altri rilievi dei Revisori, ma già questi sono bastevoli per suggerire al dirigente comunale “di mostrare più prudenza per aver sottovalutato la portata della bocciatura dello Statuto”.
Insidioso il montante di Firetto: “Le controdeduzioni confermano un disegno abominevole sotto il profilo etico, dell’interesse pubblico e della correttezza politica. Cioè non è opportuno, non è giusto, non è normale che si voglia tenere in piedi un pupo a tutti i costi per tutelare interessi di pochi a scapito dell’interesse collettivo, escludendo la partecipazione della città, attraverso tutti i suoi organi rappresentativi, compreso il volontariato e l’associazionismo, le sigle sindacali e datoriali e gli ordini professionali, dalla creazione di una fondazione che andrà a gestire un’ enorme quantità di fondi pubblici e che dovrebbe rispondere a una visione condivisa di futuro e di sviluppo socioculturale. È mancato il dibattito, prima, in fase di redazione di dossier, continua a mancare oggi. Credo che il modus operandi del commissario nel 2015, e della Giunta Firetto nel 2016-2017 di creazione di un Comitato promotore per Agrigento Capitale Cultura, e, per scelta, non di una Fondazione, sia stato volutamente accantonato da questa cordata, in favore di uno strumento più snello e verticistico affidato a un solo gruppo privato facente riferimento esclusivo al sindaco di Agrigento: un bancomat autorizzato per la gestione di progetti promossi dallo stesso gruppo privato. Lo scandalo è intatto. Non viene tolta una virgola al disegno machiavellico a cui, sorprendentemente, ma forse neanche tanto, aderisce perfino quella burocrazia da sempre imbalsamata nelle sue posizioni difensive e pronta a bloccare ogni tentativo di progresso, senza neanche avere la capacità di offrire soluzioni nell’interesse pubblico. Invece, ora, trova soluzioni ai pochi e le difende perfino mettendosi contro le autorevoli osservazioni dei revisori dei conti”.
“Il sindaco decida di cambiare registro e non faccia perdere tempo prezioso. Non scarichi sul dirigente potestà che invece gli appartengono in toto. Provi a svolgere il suo ruolo. Come finirà? Spero davvero per il bene di Agrigento che non si risolva con i soliti capi chini e le consuete magre figure agli occhi dell’intera nazione”, conclude Firetto.