Agrigento capitale della cultura legata al rigassificatore ? Intervento di Ida Carmina

Il deputato empedolcino del Movimento Cinque Stelle, Ida Carmina, oggi con un intervento lega le vicende di Agrigento capitale della cultura 2025 e la realizzazione del rigassificatore di Porto Empedocle, che sembra ormai definita dopo l’ultimo decreto Energia.

Nel manifestare forti preoccupazioni per i ritardi e il mancato avvio della macchina organizzativa dell’evento del 2025: “Non possiamo permetterci una figuraccia internazionale dice Carmina – per via di questa incomprensibile dilatazione dei tempi con annessi ritardi. Non vorremmo – aggiunge – che si fossero innescati personalismi, ed i soliti tira e molla della politica, come se invece che un’opportunità per il territorio si tratti di una torta che non si riesce a spartire”.

Per Ida Carmina, “le beghe politiche si sono dimostrate un freno, l’Agrigentocentrismo non ha creato le giuste condivisioni”. L’esponente M5S ha invitato tutti i soggetti interessati ad attivarsi ed a dare concretezza ai progetti ed ha anticipato un incontro con i soci fondatori. “Gli slogan – dice – non incantano più nessuno. Si è vista la corsa di alcuni parlamentari regionali a mettere bandierine sull’arrivo di un contributo di 10 milioni di euro da parte della Regione Siciliana che ora sono stati tagliati a metà dell’importo e sono scesi a 5 milioni, sperando che queste risorse arrivino veramente. Occorre far partire senza ulteriori ritardi la macchina organizzativa: lo Statuto non è stato approvato dagli altri importanti soci fondatori, vedi il Comune di Lampedusa e l’Ecua”.

E poi il suo allarme: “Non vorrei – dice – che Agrigento capitale della cultura rappresenti un piatto di lenticchie per comprare il silenzio dei politici nostrani sula messa in pericolo del Patrimonio UNESCO con la realizzazione di un rigassificatore ai piedi della Valle dei Templi? La straordinaria ricchezza culturale di Agrigento e le sue potenzialità verrebbero compromesse in modo irreversibile dalla realizzazione di un economostro. Da Capitale della Cultura a devastazione industriale, il passo con il predatore governo Meloni appare breve. Nel silenzio dei complici”.

Giuseppe Recca