“Agrigento Capitale della cultura italiana 2025”, ulteriore stop allo statuto della fondazione

AGRIGENTO- E’ una farsa continua grazie alla ostinazione del sindaco di Agrigento Franco Miccichè di insistere sullo statuto della fondazione per gestire Agrigento Capitale della cultura italiana 2025. Una ostinazione che ha visto dapprima la sonora bocciatura del Collegio dei Revisori, adesso quella della IV  Commissione consiliare al Bilancio che ha evidenziato una serie di criticità verbalizzate nella relazione dei revisori dei conti. Commissione che annuncia la volontà di modificare il testo

L’ostinazione del sindaco è talmente fuori dal suo controllo da far drizzare i capelli perfino ai componenti della Commissione Bilancio dove vi è una robusta maggioranza che rappresenta la coalizione Micciché.
La bramosia degli onori turba la mente umana e oscura la visione dei pericoli, ammoniva Esopo nelle sue Favole. Una rilettura, o meglio, una lettura del buon Esopo forse darebbe più saggi consigli al sindaco di Agrigento. Ma dubito che lo faccia…smentirebbe Esopo e questa è impresa irrealizzabile.

La commissione, avendo letto il parere dei revisori, punta il dito sempre sull’associazione “MeNo” e sul ruolo attribuito di socio fondatore della Fondazione nonostante, dicano i consiglieri, la stessa abbia solamente “incassato le somme destinate alla progettazione dal Comune di Agrigento, così come concordato”, escludendo quindi la fattispecie prevista per casi come questi, cioè di particolari meriti riconosciti. I consiglieri rilevano inoltre che il costituendo ente “non potrebbe conferire ai soci fondatori incarichi in quanto questo costituirebbe una violazione delle norme in materia di incompatibilità, ed ancor prima costituisce una questione di opportunità”.

Appare assai palese come il riferimento è ai prioalle figure di direttore generale, project manager e dell’executive manager che come noto saranno individuate direttamente nello statuto “senza apposito bando pubblico costituisce una evidente violazione del codice degli appalti cui è assoggettata la fondazione quale organismo di diritto pubblico”.

“La commissione – continua il verbale – nutre fortissime perplessità in ordine alla copertura finanziaria e alle disponibilità immediata delle somme necessarie per dare avvio al progetto, che non possono essere costituite dalla tassa di soggiorno. Pertanto, alla luce di quanto sopraesposto, la commissione si riserva di proporre un apposito atto di indirizzo nella prossima seduta di commissione”.

Il sindaco Micciché, il quale una ne pensa e cento ne fa, purtroppo sbagliate, agita ancor di più le acque in cui naviga la sua stessa maggioranza. Nei giorni scorsi, durante il flop dell’evento al teatro “Pirandello”, altro scivolone del primo cittadino che è stato talmente bravo da creare uno strappo tra l’Amministrazione e l’area del deputato Lillo Pisano. Quest’ultimo, infatti, nonostante fosse l’unico parlamentare presente, non è stato né citato né invitato sul palco. Una scelta del primo cittadino che ha spinto l’ex Fdi a lasciare la sala in polemica.

Filippo Cardinale