“Agrigento Capitale della Cultura 2025”, mancano 8 mesi al via e la Fondazione non è ancora operativa

AGRIGENTO- Beato il sindaco di Agrigento che col suo costante sorriso e le sue inopportune sparate immagina di gestire l’imponente occasione di “Agrigento capitale italiana della cultura 2025” con l’ausilio della leggerezza dei numeri primi.

Prima minaccia, urbi et orbi, di consegnare il titolo di Agrigento, capitale italiana della cultura 2025 per via della grave crisi idrica. Nel contempo è da un anno che perde tempo con la messa a terra della fondazione che dovrà gestire l’imponente evento.

In verità, tra nove mesi è il gennaio 2025, inizia l’anno di Agrigento capitale italiana della cultura 2025. La fondazione non è stata ancora omologata e non è, quindi, operativa. Organismo che deve essere la stella polare per affrontare la sfida del 2025. Dopo mesi di querelle per la costituzione, adesso a distanza di due mesi dalla medesima è al momento non ancora operativa. Essa è stata ufficialmente costituita il 17 febbraio scorso dopo lunga ed estenuante, ma anche farsesca  fase di gestazione.  La mancata omologa significa che non solo non può procedere alla nomina del progettista Roberto Albergoni quale direttore generale, ma non può aprire un semplice conto in banca.

Ci sono notevoli ritardi sulla messa a terra di progetti. E secondo quanto stabilito dal presidente Renato Schifani e dall’assessore ai Beni culturali (che hanno elergito un contributo di 5 milioni di euro), Palazzo dei Giganti avrebbe dovuto relazionare già a fine marzo. C’è una proroga contenuta nello stesso decreto fino a fine giugno. Entro quella data però tutto dovrà essere “nero su bianco”, pena, probabilmente, la decisione di Palermo di prendere definitivamente in mano la gestione di tutta la macchina organizzativa.

Ad Agrigento dicono che stanno lavorando. Ma fino ad oggi non si sono visti fatti ma fiumi di parole, per citare il duo musicale Jalisse.

Filippo Cardinale