Agrigento Capitale Cultura 2025, la “lezione” del Questore: “Bisogna arrivarci preparati, essere più efficienti ed efficaci”

AGRIGENTO- Una “lezione” può avere un duplice effetto sull’auditorio: essere efficace o sorvolare sulla testa dei distratti. In questa ultima malaugurata possibilità, non c’è scampo: le opportunità scorrono come l’acqua sotto i ponti per disperdersi in mare aperto. Purtroppo, questa possibilità può verificarsi. Il riferimento è alle opportunità dell’aver vinto, Agrigento, il titolo di Capitale della Cultura 2025. Aver vinto l’ambizioso titolo non significa dormire beatamente sui morbidi cuscini. E’ solo l’inizio, e se non si attuano i progetti oggetto della scelta della Commissione del Ministero della Cultura vuol dire buttare a mare una enorme opportunità di sviluppo dell’intero territorio agrigentino.

E il tempo che sta scorrendo infruttuosamente rappresenta un serio campanello d’allarme. “Tutta la provincia è coinvolta, manca un anno e mezzo nemmeno. Bisogna arrivarci preparati, essere più efficienti ed efficaci”, ha detto con schietta lucidità il questore di Agrigento, Emanuele Ricifari. Lo ha detto in occasione della presentazione del nuovo dirigente del commissariato di Licata, Giuseppe Garro.

Qualche giorno fa, la nostra testata giornalistica aveva scritto un articolo evidenziando il pericoloso stallo sulla tabella di marcia per realizzare il vasto e corposo programma presentato al Ministero della Cultura: https://www.corrieredisciacca.it/agrigento-capitale-della-cultura-2025-il-silenzio-del-sindaco-e-il-rischio-di-un-flop-lallarme-dellecua/
Il questore Ricifari, uomo pragmatico e di ampia esperienza professionale, aggiunge anche un bagaglio culturale di alto valore: è un instancabile divoratore di libri. Dunque, uomo colto.
Nonostante si sia insediato da poco, egli ha colto il pericolo di un percorso organizzativo in pericoloso stallo ad appena un anno e mezzo dal 2025, anno in cui entra pienamente in campo Agrigento Capitale della Cultura 2025.
“Ci stiamo aprendo ad una stagione turistica i cui dati provinciali parlano di una crescita significativa. Non credo che sia l’effetto del richiamo “Agrigento Capitale italiana della Cultura i cui effetti moltiplicatori si avranno nei prossimi due anni. E’ scontato però che avere una recensione negativa perché la città viene trovata sporca o in disordine, perché c’è abusivismo o perché non vengono rispettate le regole del codice della strada, non può che pregiudicare e non lo si può permettere per amor proprio“.

La freccia lanciata dal Questore centra il bersaglio. “Tutta la provincia- continua Ricifari- è coinvolta nell’anno in cui Agrigento sarà capitale italiana della cultura. E manca un anno e mezzo nemmeno. Bisogna arrivarci preparati, essere più efficienti ed efficaci – ha richiamato, di fatto, tutti gli amministratori il questore Ricifari – . Se ci muoviamo tutti con largo anticipo, distribuendoci i compiti secondo le competenze, ci riusciremo, anche se come indole siamo dei siciliani un po’ individualisti. Dal canto nostro, stiamo già facendo uno sforzo per garantire il rispetto delle regole e della sicurezza. Un compito che è reso difficile dall’ignoranza totale dei cittadini, ma anche degli addetti ai lavori”.

Sono ormai chiari i segnali di preoccupazione per un nastro che sta avanzando con difficoltà. Prima l’Ecua, adesso il Questore, hanno già allertato chi deve adoperarsi a dare propulsione alla complessa macchina organizzativa. E senza avere peli sulla lingua, con forza vogliamo positivamente scuotere il sindaco di Agrigento. E non solo. La scossa è diretta anche a tutti i sindaci della nostra provincia.

Agrigento Capitale della Cultura è un treno ad alta velocità che non passerà più. Perdere l’occasione equivale ad un crimine.

Filippo Cardinale