Agrigento capitale cultura 2025, approvata la bozza di statuto. Ko del sindaco: MeNo esclusa dai soci

AGRIGENTO- L’ostinazione del sindaco Franco Micciché, che ha reso infruttuosi otto mesi per l’approvazione dello statuto della Fondazione che gestirà la complessa realizzazione dei progetti che hanno meritato la proclamazione , si è infranta in Consiglio comunale.

E’ vero che la maggioranza consiliare che sostiene la giunta del sindaco Franco Miccichè ha approvato la bozza di statuto per la costituzione della Fondazione, ma è anche vero (amara verità per il sindaco)  che il testo è profondamente diverso da quello esitato dalla giunta mesi fa. Una bozza passata da una profonda e sostanziale attività di revisione da parte degli stessi consiglieri di maggioranza.

Tante i punti modificati. In primis l’esclusione dell’associazione “MeNo” dal novero dei soci fondatori e
l’esclusione della voce che prevedeva a monte l’individuazione del direttore generale della
fondazione nella persona del tecnico che ha redatto il dossier di candidatura, Roberto Albergoni.

Secondo la nuova formulazione della bozza di statuto, sarà infatti il Consiglio di amministrazione “nel
rispetto delle norme di legge” a individuare la figura cardine nella gestione di fondi e progetti.

Critico il gruppo consiliare della Democrazia Cristiana: “Ottimo lavoro del sindaco, che esegue gli ordini superiori. Creare un poltronifcio, votato con il parere contrario dei revisori dei conti e con i soldi del Monopoli. La seduta parte con un’aula deserta per più di mezz’ora, neanche il presidente del Consiglio ha il garbo istituzionale di essere presente all’orario della convocazione, e prosegue con un alternarsi di Si e No in base ai firmatari, senza alcuna valutazione nel merito. Tra pareri tecnici che non vengono resi per motivazioni politiche, revisori assenti in aula, presidente del Consiglio non imparziale – dicono i consiglieri Dc – c’è tanto materiale per gli organi competenti. La macchina di Capitale della Cultura non è assolutamente partita per inefficienze di amministrazione, manca il bilancio. Il sindaco esce sconfitto da uno statuto ribaltato come da nostre indicazioni e paralizzato dalla sua stessa maggioranza che prima di veder nascere la creatura pretende il bilancio”.

Filippo Cardinale