“Agrigento 2025”, corsa alla presidenza. Rispunta il nome di Armao, l’uomo che fallì due volte il bando delle Terme
Come tutte le cose della nostra provincia, anche la cultura diventa preda della politica. Cultura? Voglia di gestire i 15 mln di euro per “Agrigento capitale italiana della cultura”
AGRIGENTO- La terra di Pirandello, di Sciascia, di Camilleri, di Empedocle, degli antichi greci che lasciarono la meraviglia delle meraviglie di Akragas, viene perennemente offesa da una politica ottusa, mediocre, con gli occhi puntati solo alla gestione del potere e delle ingenti somme con denaro pubblico. Agrigento rischia seriamente di mandare alle ortiche l’immagine di un territorio. Un territorio che ha trovato residenza perenne e costante negli ultimi posti delle classifiche socio-economiche. Agrigento si
conferma la capitale dei paradossi. meglio ancora delle farse. Il titolo conquistato di Capitale italiana della cultura 2025, ghiotta opportunità di rilancio e di promozione, ha acceso i riflettori sulla mediocrità gestionale di un evento che altre città italiane, come la uscente Pesaro, hanno, invece, messo a frutto. La defenestrazione del presidente della Fondazione Agrigento 2025, Giacomo Minio, opera del mediocre sindaco Franco Miccichè, ossequioso verso i referenti politici, è la rappresentazione plastica di ciò che è veramente la gestione amministrativa e politica della nostra provincia.
Il sindaco Miccichè, a poche ore dall’annuncio dell’ormai ex presidente della Fondazione, ha la faccia tosta di tessere le lodi a Minio.
Adesso si pensa al dopo Minio. Si fanno i nomi degli ex assessori regionali Giovanni Ilarda e Gaetano Armao. Gaetano Armao è stato più volte assessore senza mai confrontarsi con gli elettori. E’ stato assessore di Lombardo e di Musumeci. Poi ha creato un suo movimento alle elezioni regionali. Un fiasco. Come fischi sono stai i due bandi elaborati per affidare a privati le Terme di Sciacca. Due bandi nella cui stesura i piedi hanno avuto un ruolo dominante. Tutti e due i bandi sono andati deserti. La politica sta dimostrando, qualora fosse necessario, che tutto nella nostra provincia è sotto il severo controllo della politica. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Lo dicono i dati socio-economici. La qualità della vita è da terzo mondo, la mancanza di infrastrutture è evidente. Ma soprattutto, la politica ha fatto passi indietro da gigante: l’acqua dai rubinetti è ormai un miraggio. Come decenni fa.