Prime proteste degli agricoltori siciliani per manifestare il malessere che colpisce il settore. Se i prezzi per le famiglie corrono, i compensi riconosciuti agli agricoltori non riescono neanche a coprire i costi di produzione con il balzo dei beni energetici che si trasferisce a valanga sui bilanci delle imprese agricole costrette a vendere sottocosto. Una situazione insostenibile con le aziende che sono messe in crisi anche dalle speculazioni, come conferma l’analisi Ismea sul prezzo del latte pagato agli allevatori molto al di sotto del costo medio di produzione salito nelle stalle a 46 centesimi al litro.
«La difficile situazione congiunturale determinata dal significativo aumento del costo dell’energia e dal parallelo aumento dei mangimi e dei concimi – dicono gli agricoltori – sta facendo venir meno una soglia di “soddisfazione” per l’andamento delle imprese che stava risalendo e mettendo radici a partire dagli anni difficili che hanno fatto seguito alla grande crisi, prima finanziaria poi economica, del 2009. Una soglia di soddisfazione che nel giro di pochi mesi è crollata dal 38% al 20%. Al di la di questo vissuto, a preoccuparci, tuttavia, sono soprattutto l’oscurità e l’incertezza per il futuro, con oltre 1 impresa su 5 (21%) che si dichiara incerta circa la situazione economica della propria impresa nei prossimi 12 mesi». Secondo i rappresentanti della Coldiretti bisogna uscire dall’impasse, determinata dai rincari energetici e dall’affaticamento dell’apparato burocratico ministeriale.