AFFITTI IN NERO, LA FINANZA SCOPRE 28 EVASORI TOTALI
Lotta agli evasori che affittano immobili in nero. La Tenenza di Castelvetrano, nell’ambito dell’attività finalizzata alla prevenzione e repressione dell’evasione fiscale nel settore delle locazioni immobiliari, ha selezionato e sottoposto a controllo, dallo scorso gennaio, le posizioni di proprietari di seconde e terze case, di ville e capannoni commerciali, risultati affittati ad italiani e stranieri dimoranti negli otto comuni ricadenti nella circoscrizione territoriale del reparto (Castelvetrano, Vita, Salemi, Poggioreale, Gibellina, Partanna, Salaparuta e Santa Ninfa).
Dai controlli dalle fiamme gialle, è emerso un ampio ventaglio di sistemi di evasione: stipula di falsi contratti di comodato d’uso dissimulanti veri e propri contratti di locazione; mancata registrazione di contratti di locazione conclusi verbalmente tra privati; stipula e registrazione di contratti di locazione con canoni inferiori a quelli effettivamente pattuiti e percepiti; omessa dichiarazione dei canoni di locazione percepiti in relazione a contratti regolarmente registrati.
Dapprima, l’attività investigativa si è inizialmente basata sull’esame incrociato delle informazioni risultanti dalle varie banche dati disponibili e di quanto rilevato mediante diretti e specifici sopralluoghi, il cui esito ha consentito di selezionare i contribuenti con maggiori indizi di evasione, successivamente sottoposti a controllo.
Tra i soggetti risultati non in regola con il Fisco figura anche un ricco proprietario di vari appartamenti, affittati con contratti regolarmente registrati, che non ha dichiarato i canoni di locazione percepiti in tre anni complessivi, ammontanti ad oltre 80 mila euro. Sono stati individuati anche 26 evasori totali, ossia soggetti che non hanno presentato alcuna dichiarazione fiscale.
Complessivamente sono stati constatati canoni non dichiarati per circa 1,5 milioni di euro, con corrispondente evasione dell’imposta sui redditi e dell’imposta di registro.
Il servizio in rassegna si inquadra nel più ampio obiettivo del Corpo e del suo istituzionale compito di polizia economico-finanziaria, di combattere l’economia sommersa al fine non soltanto di recuperare i tributi evasi (che creano pregiudizio al bilancio dello Stato e degli Enti locali a danno dell’intera collettività) ma anche di arginare la diffusione dell’illegalità, a tutela delle imprese e dei cittadini onesti che agiscono nella piena osservanza della legge.