ADESSO CROCETTA PENSA A VENDERE LE TERME DI SCIACCA E DI ACIREALE

Nel piano del Presidente della Regione ci sarebbe la vendita delle realtà termali, e di tante altre società partecipate inclusa l’Ast. Svanirebbe il bando per l’affidamento della gestione

EDITORIALE DI FILIPPO CARDINALE

Il Presidente della Regione gha un piano: sbarazzarsi delle società partecipate, con “tempi più lunghi rispetto alla manovra finanziaria”. In testa alla vendita delle società partecipate (la Sicilia è la prima regione d’Italia per numero di partecipate e di dipendenti che in esse prestano servizio) c’è l’Ast,ma anche le terme di Sciacca e di Acireale. Nel piano di Crocetta c’è pure la vendita delle quote che la Regione ha in Italkali e Unicredit. Se questo è il piano di Crocetta, e la gravissima situazione finanziaria della Regione non lascia alternative, dunque quel “famoso” bando per offrire ai privati la gestione in affitto delle strutture termali svanisce.

In verità, questa è una storia tipiocamente siciliana. Tutto ha di siciliano, come la voglia di non fare. Non fare le privatizzazioni. La legge regionale è stata approvata nel 1999, quando alla presidenza della Regione c’era il “rosso” Angelo Capodicasa. Poi gli anni passano portando appresso tutto ciò che sappiamo. Tutte le novità si sono arenate nel nulla. La costituzione delle societàper azioni al posto delle Aziende autonome delle Terme si è rivelata un disastro. Le terme di Sciacca e di Acireale hanno continuato a scivolare nel degrado e a mangiare soldi alla Regione e quindi ai siciliani.

Venne a Sciacca l’assessore all’Economia, Gaetano Armao, grande fruitore di parcelle ricchissime da parfte del Comune di Sciacca. Venne a promettere, a illustare il bando. Poi, come un fiume, sotto i ponti le parole sono scivolate terminando la corsa nel mare delle promesse svanite. Venne a Sciacca il 4 giugno del 2011. Ci cece capire che tutto era pronto e che le terme sarebbero state affidate a buone mani. Nulla accadde. Venne a Sciacca il 21 maggio del 2012. Disse e promise. Ma più che assessore, sembrò un marinaio con le sue tradizionali promesse.

Non è colpa di Armao, ma certamente di una Regione, di una classe politica inadeguata a tenere le redini di una Regione che piange decennni di non politica. Adesso la Regione è sull’orlo di una crisi senza precedenti. Crocetta emula Renzi e vuole manager licenziabili, ma anche mobilità per i dipendenti regionali. Ma ha anche la necessità di disincagliare la nave Sicilia dalle secche di una crisi finanziaria di imponenti proporzioni.

Le Terme continuano ad agonizzare. L’urlo di Carlo Turriciano, commissario liquidatore, non nasconde certamente la verità: “o la Regione assume delle scelte subito, o da gennaio, signori, si chiude”.

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