ACQUA, SPA PUBBLICA O SOCIETA’ CONSORTILE? ECCO LA DIFFERENZA SOSTANZIALE
Il Prof. Li Pomi ha confermato (come da tempo sostiene il Forum siciliano dei movimenti per l’acqua ed i beni comuni) che entrambe le forme di gestione hanno autonomia gestionale, imprenditoriale, finanziaria e giuridica, sono soggette all’obbligo dell’equilibrio economico-finanziario, al controllo analogo da parte dei consigli comunali, alle stesse norme in materia di assunzione del personale. Necessitano di un capitale di dotazione iniziale e di un solido piano-programma verificabile.
Le vere e più importanti differenze rimangono quindi quelle legate alla natura dichiaratamente pubblicista della Azienda speciale consortile, (un ente che ricade nel diritto pubblico e non in quello privato come la SPA potenzialmente scalabile dai privati), e della possibilità di una maggiore partecipazione e controllo democratico da parte dei cittadini e dei lavoratori. “Elementi questi che sono decisivi nella scelta che dovranno operare i Sindaci, se vogliono dimostrare coi fatti e non solo a parole di volere una gestione interamente pubblica e partecipata come hanno dichiarato”, sottolinea il Forum.
“Solo la vocazione pubblica, che è garantita dall’Azienda speciale consortile, ed una gestione partecipativa della stessa, possono garantire i cittadini nel soddisfacimento di un diritto umano fondamentale ed inalienabile e nella possibilità di una gestione trasparente, efficace, efficiente ed economica”, aggiunge il Forum che, però, sottolinea come “nella bozza di statuto per la SPA restano poco chiari gli strumenti finanziari di accesso al credito e le obbligazioni connesse”.
Per il Forum sarebbe bene escludere la possibilità di mettersi in mano alle banche private, mentre ribadisce “che a finanziare il SII debba essere un via prioritaria Cassa Depositi e Prestiti, nata appunto per finanziare i Comuni”.