Acqua razionata nei Comuni agrigentini. Meno 30 per cento, stravolti i turni di erogazione

Il piano di razionamento dell’acqua potabile in Sicilia dovuto alla siccità che ha svuotato gli invasi dell’isola è operativo anche in provincia di Agrigento. Pur in assenza di un’adeguata campagna informativa rivolta all’utenza, in tutti i Comuni della provincia si toccano già con mano le modifiche ai turni di erogazione e la situazione, in assenza di piogge, potrebbe prefigurare momenti di ulteriore e più profonda crisi nella stagione estiva.

Anche l’Azienda Idrica Comuni Agrigentini ha dovuto adeguarsi alle direttive regionali e da settimane sta spalmando la riduzione su tutto il territorio provinciale, già in difficoltà per la ben nota situazione di precarietà delle condotte e le conseguenti copiose perdite. Le riduzioni della portata d’acqua potabile sono comprese fra il 10 e il 45 per cento a seconda degli acquedotti che alimentano i serbatoi comunali. Nell’agrigentino soffrono di più nel versante orientale, ma il disagio toccherà tutti. La riduzione era del 10 per cento, ora è salita fino al 30 per cento.

Aica ha già informato i Comuni serviti sulla modifica netta della quantità di acqua erogata e dei rischi di emergenza igienico sanitarie nei luoghi dove il servizio potrebbe non realizzarsi, ma nessuno ha pensato di riferire preventivamente agli utenti che ci sarebbero state modifiche nei turni di distribuzione. Un po’ ovunque sono già cominciate le inevitabili lamentele. I cittadini si accorgono improvvisamente che i turni non sono quelli previsti nelle tabelle di Aica. I Comuni per primi si ritrovano a far fronte alle nuove e quotidiane proteste, che si aggiungono a quelle croniche riguardanti le migliaia di guasti che ci sono nelle condotte.

L’ultimo piano di razionamento dell’acqua potabile in Sicilia risale allo scorso 11 marzo ed è più stringente di quello programmato nel mese di gennaio. Agrigento è la provincia più direttamente interessata insieme a Caltanissetta, Enna, Palermo e Trapani. Le punte maggiori sono previste nei Comuni che dipendono dal Fanaco. Sia Sicilacque che Aica riferiscono, come concordato con l’Osservatorio sugli utilizzi idrici del distretto idrografico della Sicilia, che da settimane sono in corso lavori per fronteggiare la crisi idrica attraverso la individuazione di nuovi pozzi. Ma l’eventuale loro utilizzo non sarà immediato.

La situazione, in previsione della stagione estiva, appare drammatica. Per non creare allarmismo, Aica sta agendo in modo prudente. Forse troppo. Ha fatto le dovute comunicazioni ai Comuni soci, ma forse sarebbe stato necessario fare anche una campagna informativa rivolta agli utenti per un uso consapevole e razionale dell’acqua. Il tema sarà oggetto di un’assemblea dei soci di Aica. A convocarla è stato il presidente Alfonso Provvidenza: i sindaci si ritroveranno lunedi 26 marzo per fare il punto della situazione, per affrontare insieme lo stato di emergenza ed evitare che la penuria di acqua possa compromettere il periodo tradizionalmente caratterizzato da flussi turistici, oggi il solo settore produttivo in grado di animare l’economia del territorio.

Giuseppe Recca

da LA SICILIA