Acqua, protesta sindaci contro abrogazione gestioni dirette Comuni

“Con un colpo di mano in parlamento si sta tentando di abrogare l’articolo di legge che consente la gestione autonoma dell’acqua pubblica, quella legge per la quale abbiamo lavorato ed ottenuto la salvaguardia della nostra acqua”.

Questo il commento di uno dei paladini dell’acqua pubblica del comitato civico di Menfi, Paolo Campo, al percorso che a Roma rischia di vedere naufragare la battaglia di molti Comuni per la gestione in proprio delle reti idriche.

Una sessantina di sindaci siciliani scendono in campo contro l’ipotesi di abrogare l’articolo di legge che prevede le gestioni dirette comunali dei servizi idrici. “L’acqua deve rimanere pubblica e la gestione laddove ci sono i requisiti non può essere tolta di mano ai comuni che hanno il diritto di gestirla” affermano in una nota congiunta i sindaci di Contessa Entellina, Santo Stefano di Quisquina, Alessandria della Rocca, Bivona, Cammarata, Prizzi, Bisacquino, Campofiorito, Palazzo Adriano, Polizzi Generosa, Isnello, Petralia Sottana che oggi sono stati a Roma oltre che per sollecitare l’istituzione delle Zone franche montane, anche per protestare contro questa ipotesi. “Mantenere in vigore il comma 2 dell’art 147 – sottolineano i sindaci – è un principio al quale non vogliamo rinunciare. Le forze politiche tutte si attivino per scongiurare ulteriori scippo”.
I sindaci siciliani interessati hanno incontrato e coinvolto gli esponenti di tutte le forze di governo, per chiedere a gran voce “che non venga mortificato l’esito referendario sull’acqua pubblica mantenendo nell’ordinamento italiano una norma, coerente con le indicazioni del Parlamento Europeo in materia di acqua”.