ACQUA: MENOMALE CHE C’E’ IL PREFETTO. QUALCUNO TENTA DI MINIMIZZARE UNA SITUAZIONE ESPLOSIVA
La situazione è molto preoccupante e riguarda il bene vitale dei cittadini: l’acqua. Ma anche l’aspetto igienico-sanitario relativamente alle reti fognarie. Insomma, il sistema integrato acqua-fogne-depurazione in provincia di Agrigento è prossimo ad esplodere in tutta la sua drammaticità.
Dopo la fase dell’informativa antimafia interdittiva in capo alla Girgenti Acque, emessa dal Prefetto di Agrigento, si è aperta quella della gestione delle reti. La Girgenti Acque non ha liquidità per far fronte alle manutenzioni. Ricordiamo che la risoluzione del contratto è frutto dell’interdittiva prefettizia. L’ATI seguiva il solco della risoluzione attraverso la via giudiziaria. Via che sarebbe stata incerta e lunga. Ma nel contempo, ha lasciato scorrere tempo infruttuoso senza preparare il piano B, cioè l’alternativa. Dimenticando anche le indagini in corso da parte della Procura di Agrigento. Ciò avrebbe dovuto spingere l’ATI a darsi da fare, mesi e mesi fa, a trovare l’alternativa di gestione del sistema idrico e fognario.
L’ATI è formato dai nostri sindaci. E’ un organismo pubblico. Si riunisce, discutono (di cosa?) ma nulla è dato sapere ai cittadini.Lo stesso sito ufficiale dell’ATI è scandaloso. Niente notizie, scarno, scipito. Insomma, l’organismo che dovrebbe propendere per l’acqua pubblica a tutto beneficio delle tasche dei cittadini, non comunica. Parlano tra loro, l’ATI è una cosa loro.
La situazione è drammaticamente difficile e bleffa chi fa finta di nulla e tenta di minimizzare la complessa realtà. Specie da parte di chi ha ruoli apicali nell’ATI.
Il prefetto Dario Caputo ha convocato i sindaci e i commissari straordinari della Girgenti Acque per il giorno 15 febbraio, proprio per affrontare il tema della gestione delle reti idriche e fognarie in provincia di Agrigento. In modo particolare, per i 27 Comuni che rispettosi della legge, al contrario dei 16 Comuni “ribelli” che hanno contravvenuto alle leggi.
Il confronto di venerdì 15 febbraio, nella sede della Prefettura, appare decisivo nel senso che potrebbe rendersi necessario mettere in pratica misure d’emergenza per evitare quello che potrebbe essere un vero e proprio disastro come l’improvviso “stop” del servizio idrico integrato.
Sulla vicenda, c’è Franco Zammuto, presidente del comitato Inter.Co.PA, che ha le idee chiare e le ha espresse in un post nel suo profilo Facebook.
Così scrive: “Leggere delle iniziative sparse che si sono tenute in questi giorni in comuni diversi, sulla sostituzione del gestore Girgenti Acque, sembra che l’unico comune denominatore che le tiene insieme sia la protesta, considerato che non si coglie alcuna possibilità di sintesi che lasci intravedere il modo di pervenire a nuova gestione sulla base del quadro normativo esistente (art.147, comma 2/bis, del D.lgs. 152/06). Se poi qualcuno addirittura ipotizza, come successo, soluzioni improbabili o un ritorno al passato, come la disobbedienza dei cosìddetti “comuni ribelli”, vuol dire che non si tende alla soluzione ma a mantenere lo stato di confusione che consente ai furbi di abusare dei “buoni”.
Poi aggiunge: “Stare qui a elencare le possibili soluzioni dettate dalle leggi a disposizione sarebbe esercizio inutile e, per molti, incomprensivo, ma se qualcuno pensa di aggirare le normative vigenti per danneggiare quei cittadini che si sono dovuti sobbarcare il peso dei “ribelli”, come avvenuto nei dodici anni trascorsi, e come ancora oggi avviene, si sappia che il comitato Inter.Co.PA è pronta alla battaglia”.
Filippo Cardinale