ACQUA, L’ALTRASCIACCA CONTRARIA ALLA GESTIONE CON SOCIETA’ PER AZIONI

Sulla nuova forma giuridica che assumerà il nuovo gestore del servizio pubblico in provincia di Agrigento, si accende il dibattito. L’Ati è propensa ad una società per azioni con capitale pubblico. Dopo i parlamentari pentastellati agrigentini intervenuti oggi con una nota, anche l’associazione l’AltraSciacca interviene sulla vicenda.

L’AltraSciacca critica la forma della società per azioni ed è favorevole alla società consortile speciale, in quanto “ente di diritto pubblico che non persegue finalità di lucro, di proprietà degli enti pubblici che ne fanno parte, le sue quote non sono cedibili, assunzioni, appalti, acquisizioni seguono procedure di evidenza pubblica, i suoi bilanci devono essere approvati dai Consigli comunali e il suo controllo è anche demandato alla Corte dei Conti”.

L’AltraSciacca è contraria alla società per azioni, anche se con intero capitale pubblico, perché “affidare la gestione dell’acqua a una società per azioni composta da enti pubblici sarebbe come affidarla a una società che agirebbe con le stesse modalità di un soggetto privato, con l’aggravante che con qualche modifica statutaria potrebbe risultare ‘scalabile’ da veri privati interessati alla speculazione”.

“Dopo annunci, buoni propositi, interdittive antimafia e risoluzione contrattuale, con il sindaco di Sciacca Francesca Valenti nominata anche presidente dell’ATI, eravamo fiduciosi circa la possibilità concreta di una prossima futura gestione pubblica dell’acqua in provincia di Agrigento. Eravamo convinti che le scelte operate dal Direttivo dell’ATI sarebbero state conseguenziali alle parole proferite dal presidente dell’ATI in ciascun incontro: “Nel Direttivo prevale l’idea di una società consortile speciale e al suo interno non vi è alcun problema”, chiosa l’AltraSciacca che conclude: “Assumersi delle responsabilità amministrative non è cosa semplice, e dare soluzioni a problemi complessi non lo è altrettanto, ma dire una cosa e poi farne un’altra non è serio né degno ed è irrispettoso nei confronti di chi, mettendoci la faccia, da anni conduce una battaglia di civiltà e di giustizia sociale”.