ACQUA, LA ROCCA:”PASSO IMPORTANTE, MA SULLA PROROGA DEL 147 GLI ATTI DEVONO ESSERE LEGITTIMI”
Il sindaco di Montevago, nonchè deputato regionale e presidente della Commissione Sanità dell’ARS, giudica un passo importante l’aver deliberato e scelto la forma giuridica che deve assumere il nuovo servizio idrico agrigentino. Ma evidenzia una criticità emersa ieri nel corso dell’Assemblea dei soci dell’ATI. In particolare, si riferisce alla proroga di 18 mesi che il direttivo vuole concedere agli 8 Comuni che non hanno consegnato le reti e le cui istanze sono in fase di verifica.
“Quello di ieri-spiega Margherita La Rocca Ruvolo- è un successo anche perché ci eravamo dati un termine che era entro settembre per deliberare la forma giuridica del nuovo sistema idrico agrigentino. E’ stato un grande senso di responsabilità da parte dei sindaci votare.Lo abbiamo fatto all’unanimità. Si tratta di un primo passo verso un cammino che non è brevissimo e che ci aspetta. Bisogna stilare il Piano d’Ambito nel ratificarlo. Piano che comporta una serie di adempimenti che sono necessari affinchè la nuova entità possa decollare”.
Per quanto riguarda la verifica dei requisiti imposti dall’articolo 147 del D.lgs 152/2006, che consente la gestione in house a quei Comuni che hanno determinati requisiti imposti dalla legge, Margherita La Rocca pone una questione di rilievo. In effetti, si 16 istanze presentate, gli uffici tecnici dell’ATI ha fatto una cernita fino a ridurli a 8, Burgio, Santa Margherita Belìce, Menfi, Bivona, Cammarata, Santo Stefano Quisquina e Alessandria della Rocca. Questi sono stati considerati “ammissibili”, ma non significa che abbiamo i requisiti. La proroga avanzata dal direttivo ATI, di ben 18 mesi, servirebbe a verificare ulteriori possibilità nel continuare la gestione in house. Ma la proposta di delibera non convince tanti sindaci, almeno sotto il punto della legittimità dell’atto, in quanto la proroga non è prevista da norme.
“Ieri- spiega La Rocca Ruvolo- però c’è stata una criticità che non possiamo far finta non sia successa. E’ il riconoscimento dell’articolo 147. La criticità sta nel fatto che molti sindaci si sono, giustamente, interrogati sulla legittimità di un atto che si andava a votare e se si può votare. Ormai siamo presi tutti da grosse preoccupazioni quando ci viene chiesto di votare assumendoci grosse responsabilità”.
Filippo Cardinale