ACQUA, IV COMMISSIONE AMBIENTE E TERRITORIO DELL’ARS: “LA PRIVATIZZAZIONE NON SI TOCCA”
Le forze politiche e di governo partecipanti alla riunione della IV Commissione Ambiente e territorio dell’ARS hanno proditoriamente posto la parola fine ad un percorso democratico e partecipato, che, a partire dal 2007, ha coinvolto centinaia di consigli comunali e migliaia di cittadini, e che ha condotto alla presentazione della prima legge di iniziativa Popolare e dei Consigli Comunali che la Regione si sia mai trovata a discutere. La Commissione ambiente e territorio ha proseguito ieri e messo in programma anche oggi l’esame del ddl 455 presentato dal Governo il 13 giugno scorso, non ritenendo di dover fornire alcuna motivazione di ciò ai rappresentanti del ddl di iniziativa Popolare e Consiliare, sostenendo che per prassi parlamentare i ddl del governo abbiano precedenza su quelli di iniziativa parlamentare.
“La Commissione ha perpetrato l’equivoco che il nostro testo, già esitato dalla IV Commissione nella precedente legislatura e riconsegnato il 15 gennaio al Presidente della IV Commissione, fosse cosa diversa da quello ripresentato il 16 gennaio dai Parlamentari Panepinto e Maggio, (già promotori del ddl Popolare e Consiliare). Forse per questo motivo non siamo più stati convocati come proponenti durante i sei mesi di SottoCommissione per l’esame del nostro testo, se non quando, in ultimo, abbiamo richiesto noi di essere auditi.” Inoltre, da parte del Presidente dell’ARS non è arrivata alcuna nota scritta che esplicitasse gli impegni assunti relativi a ripartire in IV Commissione dal testo di legge di iniziativa popolare e di consentire ai promotori la possibilità di proporre emendamenti. Pertanto i promotori in data odierna hanno inviato al Presidente dell’ARS la richiesta di mettere all’ordine del giorno dei lavori dell’Aula il ddl di iniziativa popolare, in applicazione della legge regionale 1/2004 che disciplina la normativa sulle proposte di legge di iniziativa popolare/consiliare.
Dicono i promotori. “Ignorare o far finta di non comprendere la portata democratica e di mobilitazioni popolari che hanno prodotto la legge di ripubblicizzazione, così come non dare risposta ai promotori rispetto alla richiesta reiterata per ben due volte al Presidente della IV che il testo Popolare/Consiliare non fosse incardinato a quello del Governo per proseguire come prescritto dalla legge il suo percorso parlamentare, dà la cifra di una malcelata indisponibilità al confronto democratico, ed al rispetto della democrazia diretta garantita dalla costituzione.”
“Sette anni di battaglie ininterrotte per affermare il principio del ritorno alla gestione pubblica delle Acque su tutto il territorio regionale, la raccolta di 35.000 firme di cittadini e la deliberazione di 135 consigli comunali, coronate dalla vittoria referendaria del 2011 nella quale la maggioranza dei siciliani hanno espresso una volontà inequivocabile, sono state messe alla porta da una classe politica che continua ad essere sorda, cieca ed incapace di riformare se stessa. Chiediamo a tutte le forze politiche ed in particolare a quelle si sono fatte eleggere per rappresentare gli interessi dei cittadini utilizzando i temi dei referendari, di schierarsi per la ripubblicizzazione del servizio idrico e contrastare ogni tentativo di affossare la proposta di legge regionale per l’acqua pubblica.”