Acqua: il servizio non funziona ma vogliono aumentare le tariffe per salvare Aica

Euro coins splashing in water
Dopo mesi la proposta ieri è arrivata all’esame dell’Ati Idrico con l’obiettivo di evitare il fallimento. Molti sindaci non ci stanno. Il presidente Cirillo: “Rispetto per i cittadini. Non delibereremo nessun aumento”
Aica vuole aumentare le tariffe dell’acqua per evitare il fallimento, ma l’Ati non vuole e alla proposta di un incremento del 10 per cento, risponde con una proposta alternativa che non prevede modifiche delle attuali tariffe. Come si legge oggi su LA SICILIA, dopo mesi è arrivata ieri all’esame dell’Ati idrico la proposta del Cda di Aica, inevitabile per salvare la società consortile. E gran parte dei sindaci non ne vogliono sentire parlare: “Non possiamo aumentare il costo dell’acqua in questo grave momento di crisi – ha detto il presidente dell’Ati idrico Giovanni Cirillo, sindaco di Montallegro – non mi assumo la responsabilità di gravare ancora nelle tasche dei cittadini per un servizio che non funziona”. Lo stesso Ambito, di fronte ad una proposta iniziale del 9,95 per cento di aumento, poi ridotta a 5,40 per cento, ha rinviato l’assemblea alla prossima settimana. Per Aica, l’aumento è l’unica soluzione per ripianare i 4 milioni di debiti ed evitare il fallimento. Più volte il Cda ha fatto appello ai Comuni debitori, ma senza grandi risultati. Chiedere adesso uno sforzo ai cittadini appare come un’azione forzata e nessun sindaco vuole assumersi tale responsabilità. Anzi, se prima erano preoccupati per un possibile fallimento del gestore pubblico che loro stessi hanno voluto dopo anni di battaglie, oggi molti sono rassegnati al fatto che per Aica non c’è futuro. “Nessun aumento – ci ha detto il sindaco di un Comune che paga regolarmente – non voglio trovarmi i miei concittadini sotto casa. Non ratificherò mai qualsiasi proposta di aumento del costo dell’acqua”.