Acqua, ditte creditrici gestione commissariale. Giovedi si in a Palermo

I vertici provinciali della CNA di Agrigento continuano la loro battaglia al fianco di una ventina di imprese che vantano un significativo credito dalla gestione commissariale prefettizia del servizio idrico, a cui era stata affidata la responsabilità della conduzione nella provincia di Agrigento dopo le vicende giudiziarie di Girgenti Acque.

A distanza di 8 mesi si rinnova l’appuntamento con il sit-in nel capoluogo siciliano, davanti Palazzo d’Orleans, sede del governo. Il raduno, che si terrà nel rispetto delle misure antiCovid, è stato programmato per giovedì, 24 febbraio, dalle ore 9,30 alle ore 13.

“L’iniziativa – si legge in una nota – è finalizzata a sensibilizzare e richiamare l’attenzione delle Istituzioni della Regione in quanto non è più differibile la soluzione al dramma che stanno vivendo questi operatori economici”.

E’ di circa 1 milione di euro la somma che complessivamente dovranno percepire in riferimento al periodo che va dal 16 marzo, data in cui è stata dichiarata l’insolvenza della società, al 2 agosto, giorno di insediamento del nuovo soggetto, l’Aica, costituitasi per mano pubblica.

“Proprio qualche giorno fa – aggiungono il presidente e il segretario della Confederazione Di Natale e Spoto – una delegazione guidata dalla CNA è stata convocata dal presidente dell’Aica, Alfonso Provvidenza. Un momento di confronto sereno, proficuo e franco, al termine del quale, comprendendo le esigenze della società di dovere garantire gli interventi manutentivi, abbiamo aperto al dialogo, fermo restando che le imprese, scottate e provate dalla sofferenza per i crediti accumulati, fanno fatica, pur manifestando la voglia di tornare a lavorare, ad accettare il rapporto di collaborazione. In occasione del sit-in di giovedì – concludono Di Natale e Spoto – abbiamo chiesto un incontro al governo Musumeci, ma anche ai vertici dell’Ars, per capire quali possibili percorsi concreti si potranno intraprendere nel nome della credibilità delle Istituzioni. Queste imprese hanno lavorato per conto dello Stato e non possono e non debbono esser abbandonate”.