Acqua: “Aica non ha gli strumenti per correggere inefficienze e sprechi”

Per la Consulta degli utenti un percorso di rilancio è ancora possibile, il risanamento finanziario è l’unico argine rispetto al concreto pericolo di un ritorno al passato

“Nelle relazioni dei revisori dei conti di Aica si legge come l’azienda non sia dotata di un sistema di controllo interno adeguato. Non vi è contabilità analitica per centri di costo che permetterebbe di avere informazioni sulle sacche di inefficienze e di sprechi, al fine di correggerli ed evitare le perdite economiche e finanziarie subite in oltre 6 milioni di euro”. A denunciarlo è la Consulta degli Utenti dell’azienda consortile in una lettere aperta al direttore generale di Aica e per conoscenza al Prefetto, all’Ati, all’assessore Roberto Di Mauro, ai soci dell’azienda consortile. Una presa di posizione per dire anche che un percorso di rilancio è ancora possibile, che il risanamento finanziario è l’unico argine rispetto al concreto pericolo di un ritorno al passato. I numeri sono però impietosi, così come la programmazione. “Non abbiamo contezza della situazione finanziaria ed economica al 31/12/2024 – riferisce il presidente della Consulta Alvise Gangarossa – e non è stato pubblicato entro il 31 ottobre 2024 il bilancio previsionale 2025”. L’organismo che raggruppa le associazioni ribadisce le proposte che fino ad oggi sono cadute nel vuoto: avviare un sistema di contrasto a grandi e piccoli sprechi e furti d’acqua; politiche di risparmio energetico tramite impianti fotovoltaici; spingere i Comuni a pagare l’acqua fornita alle utenze comunali (4,3 milioni di euro) e a ripianare le perdite finanziarie di bilancio dei primi tre anni (6,3 milioni di euro; porre fine definitivamente ai contratti forfettari e incentivare l’installazione dei contatori; acquisire tutte quelle utenze che non sono ancora servite da Aica; costituire finalmente l’Ambito Unico regolarizzando i requisiti di accesso ai fondi comunitari; puntare al riutilizzo integrale delle acque depurate; mitigare in ogni modo le perdite idriche. “I rammarichi e le occasioni perse in questi primi quattro anni di vita dell’azienda non sono mancati – dice ancora Gangarossa – ma è necessario confidare che il nuovo corso consenta al gestore da un canto di recuperare il tempo perso e dall’altro di ambire all’eccellenza, ovvero di realizzare quell’efficacia, efficienza ed economicità di servizio dalle quali Aica è molto lontana, ma alle quali deve necessariamente tendere. E questo – aggiunge – potrà avvenire solo con una necessaria assunzione di responsabilità da parte dei protagonisti designati alla conduzione del servizio idrico, ossia i Comuni, rispetto ai quali Aica è un “bene strumentale”.