ABISSO POVERTA’ A SCIACCA: EMERGENZA SENZA FINE

Riceviamo dai volontari della Mensa della solidarietà l’invito a lanciare ulteriori appelli per rifornire la struttura di alimenti utili per la preparazione dei pasti agli indigenti della città e pubblichiamo un interessante articolo di alcuni gioni fa sulla pagina di Sciacca del quotidiano La Sicilia.

La Sciacca povera è un esercito che cresce al pari dei problemi che attraversa la città. Prima il livello di povertà della comunità locale si toccava con mano con i dati di quanti accedono periodicamente agli aiuti della Caritas, oggi basta recarsi alla cosiddetta mensa della solidarietà, presso la chiesa del Sacro Cuore, ed accorgersi che il numero delle persone che chiedono un pasto aumenta ogni giorno di più. L’iniziativa voluta quasi un anno fa don Pasqualino Barone, parroco della parrocchia di San Michele Arcangelo, e dai suoi collaboratori, è ora un punto di riferimento per le famiglie povere della città. Si cucina ogni giorno a cena, i pasti erano 50 all’inizio dell’anno, sono man mano raddoppiati e in alcuni casi c’è anche la consegna a domicilio per quelle famiglie che hanno estremo bisogno ma che per dignità non vogliono andare a mangiare direttamente alla mensa.

Non clochard o extracomunitari, alla mensa dei poveri di Sciacca ci sono tante famiglie del luogo, persone bisognosi che fanno parte di quella povertà sommersa che prima o poi esploderà in tutta la sua drammaticità. I volontari della mensa del Sacro Cuore hanno lanciato in questi giorni un appello: lo fanno spesso, chiedono doni, alimenti e accessori per cucinare, ma forse vogliono anche tenere desta l’attenzione di chi ha la possibilità di dare un aiuto, evitare cioè che questo prezioso luogo di solidarietà umana venga cancellato dal tempo che scorre inesorabile. Manca olio alla mensa dei poveri, ci si rivolge agli oleifici che in questo periodo stanno facendo la molitura delle olive, ma anche ai produttori agricoli che stanno occupandosi della raccolta.

I magazzini della mensa sembrano ricchi di tutto: pasta, acqua, riso, sughi e carne, ma il consumo è elevato e senza un continuo rifornimento si rischia di dover interrompere un servizio quotidiano che si sta rivelando indispensabile per le tante famiglie senza un lavoro fisso o per chi pur avendo uno stipendio, non riesce più a finire il mese. Gran parte delle persone ospitate nella mensa sono anziani ultra-sessantacinquenni. E spesso ci si rivolge alla parrocchia anche per un aiuto economico, una carità che va oltre il pasto quotidiano.

E le stesse persone in grave stato di indigenza, il mattino sono spesso dietro la porta del sindaco, in Comune, non solo per chiedere un lavoro che non c’è, ma anche per mettere in tasca almeno pochi euro del dare da mangiare ai propri figli.

Può capitare a tutti: la povertà spesso è solo un incastro di problemi. Ci vuole poco a varcare la soglia dell’abisso, il problema è risalire la china in tempi di crisi e senza un aiuto strutturale.

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