A SCIACCA ALLARME DIPENDENZA DA VIDEOPOKER
Mogli che si rivolgono al Sert e soldi che spariscono, ma le vittime non vogliono essere assistite
Allarme dipendenza da videopoker al Sert di Sciacca. I controlli quotidiani eseguiti dalle forze dell’ordine nei locali pubblici e nei circoli, ci hanno portato a studiare il fenomeno diffuso del gioco d’azzardo ed ha fatto emergere una realtà sconosciuta ma davvero allarmante. Dai dati emerge che sono in continuo aumento le richieste di consulenza per casi di giocatori d’azzardo che sfiorano il patologico. La febbre del gioco rischia di creare conseguenze gravi e coinvolge anche il servizio pubblico, che fino ad oggi aveva operato soprattutto per la dipendenza da droghe e alcol.
Il responsabile del Sert saccense, Michele Ferdico, parla di dipendenza dai giochi in genere, dalle slot machines ai gratta e vinci, ma il vero pericolo in città è rappresentato soprattutto dai videopoker: “Vengono a chiedere aiuto i familiari di persone che spendono parecchi soldi davanti alle macchinette elettroniche – dice lo psicologo – preoccupati dello stato di dipendenza psicologica in cui si vengono a trovare i loro congiunti, mogli distrutte e seriamente preoccupate del marito che spende gran parte dello stipendio e nei confronti del quale non si può più intervenire. Noi diciamo che possiamo aiutare queste persone, ma che occorre una loro presenza.
Su 10 consulenze che facciamo al Sert, solo in un caso si riesce poi a convincere il proprio familiare ad approfondire la situazione, a farsi assistere”. Ferdico ci parla di casi davvero allarmanti, di storie a volte anche drammatiche, di soldi che spariscono improvvisamente dal bilancio familiare, di menzogne per spiegare i soldi che non ci sono più: “La febbre del gioco assale chiunque, chi vive uno stato di indigenza e spera di arricchire e chi ha una situazione economica più fluida. Il videopoker prende il posto della famiglia, la sfida continua contro una macchinetta elettronica prende il posto degli affetti familiari. C’è chi si alza di notte per andare a fare bancomat, chi addirittura sostiene di avere capito come pensa la macchina elettronica ed è convinto che dopo averti fatto perdere poi deve per forza darti qualcosa”. Al Sert saccense stanno adesso pensando alle terapie di gruppo, ad un nuovo approccio terapeutico, ad un patto con la famiglia, ma per il momento bisogna superare l’ostacolo del giocatore patologico che non accetta di farsi curare e che è convinto di non essere affatto malato.