A RIBERA CON SOLO SEI ATTIVITA’ RICETTIVE SI VARA L’IMPOSTA DI SOGGIORNO
Il Comune di Ribera vuole fare cassa e delibera l’imposta di soggiorno. Ci sono almeno due elementi che lasciano perplessi. Il primo è quello che la ridente cittadina agricola non è proprio una realtà nella quale il turismo ha un peso economico di rilievo. Secondo, con solo sei attività di B&B, l’incasso sarebbe davvero irrisorio. E scendono i campo i sei titolari della attività B&B “Casa degli Ulivi” Guadagna Giuseppe, B&B “Piana Grande” Quartararo Francesco, B&B “Oasi del Borgo” Di Grado Vincenzo, Hotel “Miravalle” Giallombardo Francesco, Campeggio “Kamemi” D’Azzo Calogero, Agriturismo “Tenute Piazza” Piazza Giuseppe, tutti “rigorosamente in regola”.
Dicono no all’imposta di soggiorno perchè “sarebbe inutile, dannosa e priva di fondamento oggettivo. Incoraggiamo il turista a venire nel territorio anziché tassarlo”.
La Giunta ha deliberato l’imposta di soggiorno lo scorso 22 marzo (immediatamente esecutiva). I 6 gestori delle strutture turistico-ricettive idonee ed abilitate, poiché regolarmente classificate dal Libero Consorzio Comunale di Agrigento e site nel Comune di Ribera, evidenziano la loro contrarietà.
“Passando dalla fredda teoria, ad un’analisi attenta, razionale e basata su elementi concreti e di immediato riscontro oggettivo delle condizioni del nostro territorio in riferimento al suddetto nuovo tributo, emergono forti elementi caratterizzanti la mancanza di fondamento oggettivo, la scarsa utilità economica per le casse comunali e la manifesta dannosità per le poche e regolari attività turistiche presenti ed operanti”.
I sei titolari pongono sul tavolo i numeri, quella della capacità ricettiva dei Comuni della Provincia di Agrigento, dove la tassa di soggiorno risulta già introdotta, “per comprendere che il Comune di Ribera, nei fatti non è un Comune turistico. Questo balzello è inopportuno”.
Sono solo 5 ad oggi i Comuni della Provincia che hanno adottato questo provvedimento, e i sei titolari che sono contrari all’istituzione dell’imposta di soggiorno a Ribera fanno riferimento ai numeri del Libero Consorzio Comunale Agrigento – Portale internet Osservatorio turistico provinciale:
Città con Tassa di Soggiorno | n. strutture turistiche |
Menfi | 29 |
Realmonte (Scala dei Turchi) | 34 |
Licata | 36 |
Sciacca | 68 |
Agrigento | 242 |
Ribera | 6 |
“Oltre alla netta differenza nella quantità delle unità ricettive presenti per ogni Comune, se approfondiamo il dato sulla qualità, non possiamo non sottolineare che in tutti i Comuni elencati (tranne Ribera), sussistono diversi villaggi e Resorts con migliaia di posti letto. Quindi nei Comuni dove la tassa è stata introdotta, si tassa il turismo di massa, come è giusto che sia. C’è forse turismo di massa a Ribera?”, chiosano i sei titolari.
Nel dettaglio l’offerta riberese consiste in: 3 B&B, 1 Hotel, 1 Campeggio 1 Agriturismo.
“Basta una sola struttura del Comune di Licata ad esempio, o Sciacca o anche Menfi per fare 10 volte la capacità ricettiva del Comune di Ribera!” aggiungono.
Quindi, soltanto 6 strutture turistiche, di cui 4 extralberghiere di piccolissime dimensioni, 1 albergo di medie dimensioni ed un campeggio, sarebbero i soggetti obbligati, nell’immediato, alla riscossione del tributo dal turista ed al trasferimento del gettito alle casse comunali. “Dunque, non vi è dubbio alcuno che la capacità ricettiva del territorio di Ribera mai può giustificare l’avvio di una macchina burocratica così gravosa e penalizzante per quei pochi operatori che già con molte difficoltà cercano di portare turisti nel nostro territorio”, evidenziano i sei titolari delle strutture ricettive, aggiungendo che “non sono presenti nel territorio di Ribera catene alberghiere, Resorts, SPA e centri benessere, né tantomeno si registra un interesse nell’immediato di “colossi” del turismo. Dovremmo piuttosto incentivare la creazione di nuovi posti letto e non tassare quei pochi esistenti”.
“Pertanto non comprendiamo in qual modo l’amministrazione comunale abbia condotto un’attività istruttoria propedeutica all’istituzione del tributo. Su quali dati si è fatto fondamento? Sono stati condotti studi seri, oggettivi e scientifici sul fenomeno turistico? Esiste un documento ufficiale che giustifichi le dichiarazioni alla stampa locale del primo cittadino che quantifica il gettito in 25.000 euro circa?”
“A questo punto è lecito chiedersi: quali sono le vere ragioni che sottendono la volontà della Giunta di città di approvare l’imposta di soggiorno? Cosa spinge ad accelerare l’approvazione urgente di un nuovo tributo pregno di elementi oggettivamente discutibili se non chiaramente negativi sia per l’ente locale che per il turismo locale? Certamente oggi i tempi non sono maturi per definirci una città turistica. A nostro parere, sarebbe auspicabile un’azione concertata tra l’ente locale, gli organi di controllo, le organizzazioni di categoria e le strutture ricettive presenti nel territorio (sia pienamente in regola che non) volta a rafforzare l’offerta turistica locale”, rimarcano i sei titolari.