A CASA VI MANDO IO
Il sindaco anticipa gli alleati con una mossa a sorpresa. Adesso sono fatti vostri
EDITORIALE
di Filippo Cardinale
Alla fine, sarà Vito Bono a mandare a casa tutti. L’escalation epistolare tra il sindaco e l’assessorato regionale alle Autonomie Locali ha offerto il vantaggio al sindaco, ancora per poco, di mettere in campo una mossa a sorpresa che, di fatto, ha lasciato senza fiato i partiti alleati. Quei partiti che lo sollecitavano a chiudere una verifica interminabile, diventata farsa. Verifica, cabina di regia, tutto è andato in aria. Gli alleati lo volevano chiudere in un angolo, lui si è divincolato scegliendo una mossa che la dice lunga sulla sua capacità politica.
Quanto rilasciato ad una emittente locale dimostra che il “progetto Bono” era edificato sul nulla, ma mirato semplicemente a far “votare contro qualcuno”. Il comandante Bono, posto di fronte alla opzione di mettersi in aspettativa dalla professione di medico convenzionato, e pensare unicamente al “progetto Bono”, quello che doveva trasformare Sciacca in “una città normale”, cioè fare il sindaco a tempo pieno, non ha avuto dubbi: “La professione di medico non è come quella di impiegato, che lascia e poi trova tutto come prima. Non posso mettere a rischio ciò che ho costruito in tanti anni”. Dunque, la scelta. Al diavolo il “progetto Bono”, al diavolo l’interesse della città, della gente, dello sviluppo. Al diavolo tutto questo. Vito Bono non se l’è sentita di “sacrificare” la sua professione per gli ultimi due anni. No. Per i primi tre, invece, è stato “coraggioso” nel mantenere tutte e due le opzioni: medico esercitante e sindaco part time.
Era terrorizzato da una eventuale mozione di sfiducia, ultimamente divenuta più reale. Se ne parlava anche in casa maggioranza. “Che mi volete mandare a casa?”, diceva ai suoi alleati, i quali perdevano tempo in attesa di equilibri nazionali e regionali. E nel frattempo la nave andava, senza rotta e nocchiere.
Il resto è storia che tutti i cittadini ormai conoscono a menadito. Il sindaco ha dichiarato che mira “alla serenità”, pressato “da emergenze di ogni tipo” e sottoposto a “tutto e di più”. Quel 52% dei consensi ottenuti da Vito Bono con l’apporto consistente delle liste civiche che lo hanno appoggiato è andato scemando fino a trasformarsi, amplificandosi, in critica diffusa nei suoi confronti. Se ne sono accorti tutti, gli alleati in primis che lo hanno sollecitato, spronato a più non posso. La cabina di regia, mai nata, non è servita a nulla. Il comandante Vito Bono lascia la nave, di corsa sulla scia di una corrispondenza nella quale si rimarca la sua incompatibilità. Il vicesindaco Carmelo Brunetto è corso in televisione a mettere davanti sentenze e giurisprudenza, nel tentativo di salvare ciò che non è salvabile, basta pensare al nodo politico. La verità è che al comandante Vito Bono ha spaventato la rotta di mettersi in aspettativa. E allora…signori tutti a mare. Pardon, a casa. Maggioranza e opposizione adesso devono correre contro il tempo. Devono trovare un candidato che possa attirare consenso. Il centrodestra deve fare i conti con diversi aspiranti. Il Pd è spaccatissimo e quasi inesistente elettoralmente, il Terzo Polo deve chiudere una quadra difficile.