A Bologna c’è un bar che chiude a mezzanotte e riapre all’una: “Il Dpcm non lo vieta”

BOLOGNA. Fatto il Dpcm, trovato l’inganno. Anche a Bologna, come le cronache riferiscono di un altro caso in Calabria, c’è un bar che chiude a mezzanotte, in ottemperanza ai divieti appena fissati, e riapre un’ora dopo, all’una di notte e dunque del nuovo giorno, perché nel decreto non si fa menzione dell’orario di apertura. È il Mavit di fronte alla stazione centrale.
“Causa Dpcm del 13-10-2020 chiuderemo alle 24 e riapriremo all’1″ si legge su alcuni cartelli all’entrata del locale. La titolare Carlotta spiega al Corriere di Bologna: “Si può, non facciamo niente di vietato”.

Nell’ultimo decreto della Presidenza del Consiglio, infatti, si dice che “le attività di servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie) sono consentite fino alle 24 con consumo al tavolo e sino alle 21 in assenza di consumo al tavolo”. Non ci sono altre indicazioni sugli orari di riapertura, che sono stati invece fissati da alcuni provvedimenti regionali più specifici come quello della Campania dove è esplicitato che i suddetti locali devono stare chiusi fino alle 5 del mattino. L’ultima ordinanza del Comune di Bologna proibisce la somministrazione di bevande in bottiglia o in lattina fino alle 6 del mattino (per evitare gli assembramenti davanti ai locali). Ma il resto, teoricamente, si può.

“Nessuna furbata, truffa o irregolarità – sostiene la socia -. La nostra è un’autorizzazione per apertura 24 ore su 24, quindi, se possiamo lavorare solo con l’asporto dopo la mezzanotte, perché non dovremmo farlo? Abbiamo un avvocato e un commercialista ed entrambi ci hanno confermato che non rischiamo sanzioni”. Il Mavit, aggiunge la signora, non ha clienti da aperitivo, non si rivolge al popolo della movida ma ai viaggiatori e lavoratori notturni in cerca di un panino, un cornetto o un caffè.