BIOMETANO, IGNAZIO MESSINA: “ECCO PERCHE’ IL SINDACO SI E’ INCARTATO”

Ignazio Messina, a capo dell’associazione #ORABASTA, dice la sua sulla vicenda che riguarda la realizzazione dell’impianto biometano in contrada Scunchipani da parte della società My Ethanol. Non tralascia la questione terme, anzi annuncia che il prossimo 13 luglio l’associazione terrà una conferenza stampa davanti alle terme “per presentare il nuovo volantino dei punti fermi che vorremmo diffondere alla città per cercare di mettere in moto questo meccanismo bloccato e con le terme inesorabilmente chiuse”.

Ma torniamo alla questione biometano. Ignazio Messina qual è la posizione dell’associazione ORABASTA?

“Questa vicenda della My Ethanol che vuole realizzare in contrada Scunchipani l’impianto di biometano, ma soprattutto dopo le dichiarazioni del sindaco Francesca Valenti, ci inducono a dire più forte ORA BASTA. Vogliamo dire qualcosa. Sappiamo che c’è un comitato, sindacati, professionisti che se ne stanno occupando. Noi sosteniamo e siamo a fianco di tutti coloro i quali stanno portando avanti questa iniziativa. Ma aver sentito dal sindaco che si sta adoperando per una raccolta di firme, dopo aver ricevuta la relazione del consulente da lei incaricato, diciamo con forza ORA BSTA. Non capiamo se il sindaco abbia chiaro il suo ruolo, cominciamo ad avere serie preoccupazioni perché un sindaco non è chiamato a raccogliere firme ma a dare soluzioni ai problemi. Se non è in grado di dare soluzioni ai problemi, deve trarre le conclusioni: faccia le valigie”.

Ha letto il parere della professoressa Patrizia Livreri?

“Leggendo il parere espresso, la vicenda è di una gravità straordinaria. Intanto, il parere è troncante perché la professionista incaricata dice sostanzialmente tre cose: la prima è che questo impianto produce innanzitutto CO2, quindi anidride carbonica, per una quantità che è superiore a metà del fabbisogno nazionale. Quindi, immaginiamo cosa significhi. Secondo: per far funzionare questo impianto occorrono almeno 50 camion che ogni giorno trasportano scarti sul posto, cioè sul quel tratto di SS115 che già registra un traffico veicolare molto alto. Terzo: si dice che le emissioni di queste sostanze sono dannose per le colture pregiate di contrada Scunchipani e anche per la salute della popolazione. Conclude il tecnico incaricato dall’Amministrazione, in maniera troncante, scrivendo che “esprimo parere negativo in termine di valutazione tecnico ambientale per la realizzazione dell’impianto biometano e dell’impianto fotovoltaico a terra presso lo stabilimento My Ethanol in contrada Scunchipani”.

Secondo lei il sindaco sta seguendo un percorso convincente?

“Più chiaro di così non poteva esprimersi in tecnico. A questo punto il sindaco cosa fa? Raccoglie firme. Ma il sindaco deve risolvere i problemi e ha tre strade. Ma prima di tutto desidero sottolineare che questo parere apre la strada ad un risarcimento danno milionario che il Comune rischia di pagare con le tasche dei cittadini. Da un lato dagli stessi cittadini se vedono che gli impianti agricoli vengono danneggiati, dall’altro, dalla società My Ethanol alla quale è stata rilasciata l’autorizzazione. Non è che la società abbia iniziato i lavori in assenza di autorizzazioni e quindi abusivamente. La My Ethanol è stata autorizzata. Ciò che è grave è che l’autorizzazione porta anche il parere favorevole del Comune. La professoressa Livreri andava chiamata prima”.

Cosa, secondo lei, si dovrebbe fare?

“A questo punto, il Comune ha tre strade da seguire. La prima è quella di revocare in autotutela il provvedimento che il Comune ha adottato di supporto alla concessione rilasciata dall’ex Provincia. Rischiando il risarcimento del danno, ma a questo punto cosa devi fare se ti sei incartata? Secondo, si avvii una via giudiziaria avanti al Tar chiedendo la revoca della concessione che è stata rilasciata alla My Ethanol, supportata dal parere tecnico della professoressa Livreri. Terzo, soluzione tecnico-politica: fai fissare immediatamente dalla Regione un tavolo tecnico operativo dove vai a discutere la questione per concludere con la revoca di quella autorizzazione. Questo deve fare il sindaco, no raccogliere firme. Queste le faccia raccogliere ai cittadini che si rivolgono al sindaco. Questi deve risolvere i problemi”.

Fino ad oggi ciò che l’Amministrazione ha messo in campo non la convince.

“Credo che il sindaco debba prendere atto necessariamente del suo diniego, risolvere il problema se ne è capace. In caso contrario non è il caso che continui a fare il sindaco con le terme chiuse, con un impianto biometano che apre e con tutto quello che ne deriva. Credo che la città di Sciacca viva un momento drammatico. Serve una spinta forte, ma non c’è. Credo sia venuto il momento di prenderne atto”.

Filippo Cardinale