NASCITA E RESIDENZA, LA CURIA DI AGRIGENTO DISCONOSCE L’AUTOCERTIFICAZIONE…SENZA MOTIVO

La dichiarazione sostitutiva della certificazione di nascita, residenza e cittadinanza, è ormai, da anni, un atto riconosciuto dalla legge italiana. Non lo è, invece, per la Curia di Agrigento, e di conseguenza per tutte le parrocchie agrigentine. Tutto ciò, ovviamente, comporta che i futuri sposi sono costretti a recarsi al Comune per adempiere a tale dichiarazione. A Sciacca, inoltre, la dichiarazione sostitutiva sottoscritta al Comune si appesantisce di una marca da bollo di 16 euro. Siccome chi promette eterno amore, nella buona e nella cattiva sorte, è una coppia, i futuri sposi devono sborsare 32 euro.

Nella dichiarazione sostitutiva sopra citata si deve dichiarare (consapevole di essere puniti penalmente in caso di dichiarazioni mendaci) di essere nato a, di essere residente a, di essere cittadino, di essere di stato civile celibe o nubile, di svolgere la professione.

Non è dato sapere, intanto, perché la stessa dichiarazione sostitutiva sottoscritta al Comune di Sciacca costa 16 euro di marca, mentre in tanti Comuni limitrofi costa nulla. Ma è primario comprendere per quale motivo la Curia di Agrigento non fa accettare dalla parrocchie l’autocertificazione. Non è dato sapere. Siamo curiosi di avere una motivazione, se mai ci sarà. Una motivazione che abbia fondamento, ragione di essere.

E così, tanti futuri sposi, devono fare la spola tra la parrocchia e gli uffici comunali, spendendo soldi e tempo. Se anche la Curia ci mette lo zampino della burocrazia…Nell’omelia delle cerimonia nuziale si prospetta, sovente, il cammino della novella famiglia. Cammino in discesa ma anche in salita. Fa parte della vita di coppia. Ma la Curia, cominci ad appianare qualche inutile salita accettando l’autocertificazione riconosciuta dalla legislazione italiana.

Filippo Cardinale