ACQUA, INTERCOPA: “SBAGLIATO RIVOLGERSI AL CARDINALE, LA SOLUZIONE E’ L’AZIENDA CONSORTILE”
Il Comitato Inter. Co. PA, che da anni lotta per l’acqua pubblica, interviene con una nota a firma del presidente Franco Zammuto, dopo la lettera consegnata al Cardinale Montenegro dal sindaco di Menfi sulla questione dell’acqua.
“Ogni giorno e da più parti, sul tema della gestione idrica nella nostra provincia, si levano richieste di chiarimenti, incontri, si sollecitano azioni e quant’altro, ma quante di queste iniziative puntano nella giusta direzione?” Questo il punto di domanda di Inter. Co. PA che sottolinea come la politica dimentica l’esistenza di regole, norme e leggi, la cui semplice applicazione condurrebbe rapidamente alla soluzione del problema, per tergiversare, invece, intorno a questioni e argomenti del tutto strumentali, non curante dei 430.000 cittadini della provincia che da anni attendono risposte”.
“A esempio, quei Sindaci che invocano sollecitamente l’intervento dell’ATI per risolvere la questione dei 16 comuni “ribelli”, ritengono forse di contribuire positivamente alla soluzione del problema o è un modo per irritare gli animi?” chiosa Zammuto.
“Quei comitati e associazioni che chiedono incontri ai Commissari di Girgenti Acque non riconoscono forse, come ritiene Inter. Co. PA, che l’unico legittimo interlocutore sia l’ATI? Può forse un incontro con i Commissari modificare le regole sancite dal regolamento d’utenza” e la “Carta dei Servizi” senza l’approvazione dell’ATI?”
“Quel comune “ribelle” (il riferimento è a Menfi) che, con un documento a firma della Sindaca e di tre ex sindaci insieme al comitato “Acqua Pubblica Gestione Diretta”, si è rivolto a un Cardinale per chiedere quanto, a loro dire, spetterebbe di diritto, ovvero l’autonomia della gestione idrica, ritiene forse di aver trovato il giusto interlocutore nell’autorità ecclesiastica?”
Per Zammuto, “se così è, tanto vale scomodare il Papa e chiedere direttamente a Sua Santità d’intercedere per il ritorno alla gestione pubblica dell’acqua in provincia, facendoci anche illuminare e comprendere meglio se il concetto di “Solidarietà” è universale o parcellizzabile” .
Inter.Co.P.A. invita a ” fare meno comunicati stampa o incontri estemporanei e promuovere, invece, più incontri, con criteri dell’ufficialità, per giungere a una soluzione solidale di gestione del servizio idrico, lontana da strumentalizzazioni politiche e da interessi “parcellizzati”.
Inter. Co. PA ribadisce che la forma migliore per la gestione pubblica dell’acqua “non può che essere la costituzione dell’Azienda Speciale Consortile, la quale assicurerebbe una gestione “solidale” e garantirebbe da eventuali successive modifiche societarie e, soprattutto, dal ritorno alla gestione privata”.