SCIACCA-CARATE, L’IDEA DI UN GEMELLAGGIO NEL RICORDO DEL CICLISTA EMILIO RAVASIO
Lo scorso anno, a maggio, in occasione della tappa a Sciacca del Giro d’Italia, fu ricordato con una toccante cerimonia Emilio Ravasio, lo sfortunato ciclista professionista morto 33 anni fa alle porte di Sciacca (nella foto il luogo in cui cadde sbattendo, poi, sul muretto) durante la prima tappa del Giro d’Italia, di passaggio nella città termale. Dopo essere caduto dalla bicicletta ed aver battuto la testa, si rimise in sella per raggiungere il traguardo. Emilio Ravasio sapeva bene che per uno sportivo tagliare il traguardo significava aver vinto.
Il ciclista professionista è ancora vivo tra gli appassionati di ciclismo. La sua tragica morte colpì profondamente i saccensi. Al corridore brianzolo è dedicata, a Sciacca, una via e una lapide è affissa all’ingresso di Sciacca, a pochi metri dalla zona in cui era stato ubicato il traguardo di quella tappa del 1986.
Nei giorni scorsi l’ex sindaco di Sciacca Lillo Craparo (molto conosciuto in Brianza per essere stato il direttore amministrativo dell’Ospedale San Gerardo di Monza) ha avanzato una richiesta al sindaco di Carate, Luca Veggian, affinchè Emilio Ravasio venga ricordato con un gemellaggio che accomuni Sciacca e Carate.
“Recentemente – ha affermato Lillo Craparo – sono stato sollecitato da un comitato cittadino presieduto da Aurelio Licata che ha prestato il primo soccorso ad Emilio Ravasio, a contattare familiari del corridore brianzolo e l’amministrazione comunale di Carate per organizzare nella cittadina siciliana una cerimonia”.
Nell’iniziativa è stato coinvolto anche Marzio Galliani responsabile di Audicosum Cisl Brianza: “Ho ricevuto l’invito di Lillo Craparo e naturalmente ho condiviso la proposta. Ravasio è stato un bravissimo corridore che aveva da poco iniziato la sua carriera professionistica. Purtroppo l’incidente gli ha precluso tante soddisfazioni”.
Ravasio nacque nel 1962 a Carate Brianza, viveva a Verano. Disputò disputò (dopo una brillante carriera tra i dilettanti) la sua prima stagione da professionista nel 1985 con la maglia della Atala Campagnolo. Molto conosciuto nell’ambiente professionistico, era un ragazzo benvoluto all’interno della formazione diretta da Franco Cribiori. Era considerato una speranza del ciclismo azzurro.
Mentre Sciacca porta nella memoria lo sfortunato ciclista, da tempo gli sportivi del ciclismo auspicano che anche in Brianza venga dedicata una strada o una piazza allo sfortunato corridore. Un riconoscimento che Emilio Ravasio meriterebbe. Un gemellaggio tra Carate e Sciacca sancirebbe un forte legame e, certamente, piacerebbe a Emilio.
Filippo Cardinale