CONDIZIONI CARCERE DI SCIACCA, PRESENTATA INTERROGAZIONE PARLAMENTARE. STRUTTURA DA CHIUDERE

Un’interrogazione parlamentare al Ministro di Giustizia è stata presentata sulle condizioni del carcere di Sciacca. L’atto parlamentare nasce dopo una visita ispettiva,lo scorso 21 gennaio,  del deputato nazionale Giusi Occhionero, accompagnata dal saccense Antonello Nicosia in rappresentanza dei Radicali Italiani.

Il parlamentare evidenzia diverse criticità e ritiene che l’unica scelta opportuna, sia la chiusura definitiva della Casa Circondariale. La parlamentare chiede al Ministro quali iniziative, e con quale tempistica, intenda intraprendere per la chiusura dell’Istituto.

Il carcere, secondo la parlamentare, non può rimanere aperto e non sarebbe neanche opportuno ristrutturarlo posto che la capienza regolamentare non potrebbe superare i 30 detenuti. Il migliore utilizzo della struttura, dopo la sua restituzione al Comune, sarebbe per diverse finalità.

Tra le criticità segnalate, la grave carenza di agenti di polizia penitenziaria, la situazione precaria anche per l’assistenza sanitaria, un solo psicologo è presente in sede una volta alla settimana per 2 ore. Nell’interrogazione si evidenzia che ci sono detenuti affetti da patologie di tipo psichiatrico.

Per Occhionero si tratta di inadeguatezza strutturale anche in funzione che gli spazi non sono nati per ospitare persone. Tra l’altro, la struttura (un imponente complesso monumentale) ha bisogno di manutenzione costosa.Il carcere di Sciacca manca anche di un’area verde attrezzata per il colloquio dei detenuti con i familiari minorenni. L’area esterna, dove avviene il “passeggio” dei detenuti, è un cortile privo di copertura, con un rubinetto e un wc alla turca in pessime condizioni.

Secondo Occhionero, molti detenuti lamentano le condizioni in cui sono costretti a vivere, con i bagni privi di tetto; in cella non c’è l’acqua calda; la doccia si può fare tra le 7,00 e le 8,00 e le 19,00 e le 20,00 con acqua fredda.

Problemi anche con il cibo, “scarso di qualità e quantità”.  E’ stato giudicato positivo  il rapporto fra i detenuti e gli agenti di polizia penitenziaria.

 


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