DOPO L’INTERDITTIVA DEL PREFETTO, L’ATI VOTA LA RISOLUZIONE CONTRATTUALE CON GIRGENTI ACQUE
La votazione dell’Assemblea dell’Ati, per la risoluzione contrattuale immediata con la Girgenti Acque, arriva “puntualmente” dopo l’interdittiva antimafia del Prefetto. Insomma, il provvedimento del Prefetto ha dato anche una accelerazione alla strategia della melina messa in campo dall’Ati. Per usare un termine da pugilato, l’Ati è stata messa all’angolo dall’interdittiva antimafia e dopo mesi e mesi di tentennamenti, oggi è arrivato il voto.
Ma non è stato facile e lo dimostra che prima della votazione è trascorsa un’ora di confronto serratissimo e a porte chiuse. Anzi, lasciando fuori stampa e rappresentanti delle associazioni per l’acqua pubblica che, ovviamente, non hanno compreso il motivo della “segretezza” su vicende di pubblico dominio.
L’Ati notificherà alla Girgenti Acque la risoluzione del contratto di gestione non solo per gravi inadempienze (e questo, in realtà, si attendeva da settimane) ma con l’aggiunta o aggravante della interdittiva antimafia della Prefettura.
I sindaci auspicano che la Prefettura nomini dei commissari che garantiscano la gestione ordinaria ma solo nelle more dell’individuazione di una nuova forma di gestione. Quale non si sa. Manca, appunto, il piano B.
Auspicano, magari, che si possa trovare una soluzione che consenta alla struttura commissariale di non compromettere “la rivoluzione” più volte annunciata.
Ma poniamo il caso che il Tar accolga il ricorso della Girgenti Acque. Che succede? L’atto di risoluzione rimane ma si apre la guerra nelle aule giudiziarie. E lì, la partita e tutta da giocare e non è scontato per l’Ati un esito favorevole.
Filippo Cardinale
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