NELL’INTERDITTIVA RICOSTRUITA ANCHE LA SCANDALOSA STORIA DEL CONSORZIO VOLTANO

L’interdittiva antimafia emessa dal Prefetto di Agrigento, Dario Caputo, è un’enciclopedia che narra la vicenda relativa alla storia evolutiva della Girgenti Acque, senza nulla dimenticare anche con l’ausilio di fatti risalenti a diversi anni fa. Ma il Prefetto Caputo ha messo nero su bianco vicende che, contrariamente, non sono state considerate dai suoi precedessori, tanto è vero che la certificazione antimafia ha subito proroghe.

L’inchiesta della magistratura di Agrigento ha coinvolto anche il precedente Prefetto Diomede, rimosso dal Ministro dell’Interno Minniti.

Nelle numerose pagine, complessivamente 36, il Prefetto Caputo stila un corposo curriculum “del dominus” Marco Campione, imprenditore e a capo di un colosso societario che cura svariati interessi, in primis la gestione del servizio idrico e fognario della provincia di Agrigento.

Leggendo le pagine dell’interdittiva, si rimane basiti dalla storia del Consorzio del Voltano, società con capitale pubblico dei Comuni di San Biagio Platani, Sant’Angelo Muxaro, Sant’Elisabetta, Raffadali, Joppolo, Aragona, Comitini, Favara, Agrigento e Porto Empedocle.

Nonostante giornalisticamente se ne sia parlato, e uno dei più assidui scrittori di notizie sul Voltano è il collega Franco Pullara, la politica non ha mai smesso di osservare il massimo silenzio, specie su una questione che riguarda un mare di soldi pubblici.

Il Voltano deteneva il 13 per cento del capitale sociale di Girgenti Acque, dismette le azioni. Su questa vicenda, l’opinione pubblica sa poco,anzi nulla. Vicenda che adesso riemerge nelle 36 pagine di motivazione contenute nel provvedimento di interdittiva a carico di Girgenti acque, che vi proponiamo integralmente.

“La spregiudicatezza imprenditoriale del Campione è evidenziata ulteriormente,  come si evince da recenti indagini della Guardia di Finanza, da operazioni  compiute al fine di mantenere il controllo assoluto della società Girgenti Acque,  che mostrano inoltre come i rapporti fra il Campione e soggetti organici a Cosa Nostra abbiano subito una metamorfosi.

In proposito, è significativo il caso della società Voltano S. p. A. , che, avendo fatto rilevare l’inspiegabile omissione del passaggio di consegne, allorché, nel  2007, Girgenti Acque assunse la gestione del sistema idrico, si vide contestare un debito contratto nei confronti della Società Consortile Randazzo-Sutera.

La società Voltano S.p.A. era originariamente debitrice nei confronti della Società Consortile-Randazzo Sutera a R. L. di una somma di complessivi euro  2.552.646,56 rispetto ai quali, in esito alla procedura di mediazione esperita  presso l’Organismo di mediazione forense di Agrigento e giusta verbale transattivo del 7 marzo 2014, era stato raggiunto un accordo transattivo, in forza  del quale la società debitrice si obbligava a versare alla creditrice la somma di  euro 1.100.000,00 a tacitazione di ogni pretesa creditoria di quest’ultima.

Tuttavia, atteso il protrarsi dell’inadempimento della Voltano S. p. A., la  società consortile Randazzo-Sutera S.r.l., al fine di ottenere soddisfazione  del proprio credito, esperiva diverse procedure esecutive ricavandone sia assegnazioni in denaro, per la somma di complessivi euro 552.136,71, sia l’assegnazione della partecipazione detenuta dalla Voltano presso la società  Girgenti Acque S.p.A., corrispondente a 120.069 azioni con valore nominale  complessivo di euro 611.412,00, giusto provvedimento del 10 dicembre 2014, emesso dal Giudice dell’Esecuzione presso il Tribunale di Agrigento,  successivamente dichiarato nullo dal Tribunale di Agrigento in sede di reclamo,  fermi gli effetti del pignoramento esperito dalla società creditrice e avente ad oggetto le azioni della società Girgenti Acque S.p.A.

La società Voltano S. p. A. aveva esperito la procedura prevista per consentire l’esercizio di prelazione dei soci della Girgenti Acque S. p. A.. A tal fine, tuttavia, nessuno dei soci aveva esercitato validamente il diritto. La Società Consortile Randazzo-Sutera S. r. l. si trovava in stato di scioglimento e liquidazione fin dal 1990; commissario liquidatore era tale Vincenzo Randazzo (coinvolto, al pari del suo socio Sutera, in operazioni antimafia) che, nel 2016, si  trovava agli arresti domiciliari presso la propria residenza.

All’atto della costituzione, la compagine societaria della società Consortile Randazzo-Sutera s.r.l. era composta dal precitato Randazzo Vincenzo e da Sutera Giuseppe, entrambi coinvolti in operazioni antimafia. In particolare, il precitato Randazzo Vincenzo fu coinvolto nell’attività d’indagini antimafia inerente i lavori di completamento dell’Ospedale Garibaldi di Catania. Lo stesso, unitamente ad altre 10 persone, fu raggiunto dall’O.C.C. emessa in data 22.04.1999 il G.I.P. presso il Tribunale di Catania nell’ambito del Procedimento Penale n.195/99 R.G.N.R. e n.2001/98 R.G.N.R.

Inoltre, dalla consultazione all’archivio telematico della CCIAA si evince come il precitato Randazzo Vincenzo, fino al 21.12.1994 fosse stato, tra l’altro, socio della Comil S.r.l., impresa già oggetto del decreto n.50/98 R.M.P. concernente il sequestro dei beni ai sensi dell’art 2 bis co. V L. 575/65, emesso dal Tribunale di Agrigento, nell’ambito del procedimento per l’applicazione della misura di prevenzione personale e patrimoniale a carico del defunto boss di cosa nostra Milioti Carmelo. Detto provvedimento veniva revocato dal Tribunale di Agrigento con decreto n.112/99 R.D.M.P. emesso in data 12/10/1999. Dal 21.12.1994 nella compagine societaria della Comil  S.r.l. figura altresì tale Milioti Giuseppe, il quale risulta essere fratello di Milioti Carmelo, fu Antonio e di Indelicato Melchiorra, nato a Favara (AG) il 29/09/1952, ivi deceduto in data 13/08/2003 a seguito di omicidio di chiaro stampo mafioso.

L’altro socio fondatore della Consortile Randazzo-Sutera s.r.l., Sutera Giuseppe fu coinvolto nell’operazione della Squadra Mobile della Questura di Agrigento denominata “Alta Mafia”. In data 18/03/2004 il G.I.P. presso il Tribunale di Palermo nell’ambito del Procedimento Penale n. 15681/2000 R.G.N.R. D.D.A. – n. 15681/2000 R.G.G.I.P. emetteva un’O.C.C. nei confronti di 43 persone, tra cui il precitato Sutera Giuseppe. 

Verificati i bilanci degli anni in cui la società consortile era ancora attiva, sono  emersi crediti per una cifra insignificante. Lo stesso risultato hanno avuto i controlli effettuati sui bilanci approvati dall’assemblea dei soci (il Randazzo e la moglie) negli anni 2009-2011.

Nel 2016, presso l’abitazione dei coniugi Randazzo, con forme e modalità totalmente irregolari, seppur alla presenza di un notaio, avveniva la cessione di azioni della Girgenti Acque S .p. A., dalla suddetta consortile, alla Sicilcantieri S.r. l., di proprietà della moglie del Randazzo, (anch’essa fallita e poi cessata nel 2002), a fronte di un debito di cui non si ha traccia nei bilanci relativi al periodo in cui la società era attiva, e che compare invece nei bilanci 2013-2015, approvati nel 2016. Il ruolo di curatore fallimentare della Sicilcantieri, dal 1998 al 2002, è stato ricoperto da Pietro Arnone,  nato ad Agrigento il 27 agosto 1963, attuale  Amministratore Unico della Hydrotecne S .r. 1., società interamente controllata da Girgenti Acque S. p. A.”.

La storia del Voltano è emblematica. Si tratta di un Consorzio tra Comuni. E’ possibile che i sindaci non sapevano?  Se il provvedimento del Prefetto è concluso, ovviamente le indagini continuano, perché, sicuramente, c’è tanto ancora da scoprire nei rapporti tra diverse società e Comuni e tra soggetti che hanno pensato di poterla farla franca, molto probabilmente, ritenendosi garantiti dal silenzio. Soggetti “insospettabili”, dai colletti bianchi, rappresentanti delle istituzioni.

Lo Stato c’è, arriva e afferma la legalità.

Filippo Cardinale

L’articolo è stato scritto con la preziosa collaborazione del collega Franco Pullara, de Siciliaonpress.