ESONDAZIONI CANSALAMONE: IL PROGETTO C’E’. ECCO PERCHE’ SI SONO PERSI OLTRE 10 MLN DI EURO DI FINANZIAMENTO
Carta canta! O se si vuole latineggiare, verba volant, scripta manent. Le parole spesso esondano dalla bocca come lo stesso torrente Cansalamone “tracima” dal suo alveo, sempre più frequentemente, per l’incuria e gli imbrigliamenti maldestri realizzati negli anni.
Per economia di spazio e per offrire ai nostri lettori un quadro sullo stato di fatto, relativamente alla pericolosità del torrente Cansalamone, siamo costretti a fare una sintesi di una situazione il cui carteggio è notevolmente nutrito. Sintesi che, nonostante gli sforzi, tuttavia richiede un po’ di spazio. Ma è a beneficio dei lettori, e non solo. Carteggio, ovviamente che, a garanzia dei nostri lettori, teniamo in redazione.
Carte che mettono in chiaro tutto il contesto, compreso quello recente che ha portato alla perdita di un finanziamento di oltre 10 milioni di euro per la realizzazione definitiva del sistema idraulico per la messa in sicurezza del torrente e della popolazione. Torrente che nelle recenti carte è considerato a rischio “R4”, cioè elevatissimo, secondo le Carte geo – morfologiche di recente aggiornate (primi mesi del 2018).
IL PROGETTO ESECUTIVO PER LA MESSA IN SICUREZZA DEFINITIVA DEL TORRENTE CANSALAMONE ESISTE, ECCOME! Ha lavorato sodo per dare nuova linfa al progetto e mettere definitivamente in sicurezza il pericolosissimo torrente Cansalamone, l’ex assessore ai Lavori Pubblici, Giuseppe Neri, poi “licenziato” dal sindaco Francesca Valenti con l’azzeramento della precedente Giunta. Numerose sono state le riunioni a cui ha partecipato la stessa Francesca Valenti, fin dal mese di Agosto 2017, condividendo la necessità di porre definitivo rimedio alla condizione di precarietà in cui versa il torrente incriminato.
Con l’inserimento nella piattaforma ReNDis da parte del Rup, ingegnere Giuseppe Liotta, fu impressa nuova linfa al progetto, ancora una volta (lo si è fatto riproponendo il progetto ad ogni governo della città, negli ultimi 20 anni) rivestendolo di ufficialità (i vari protocolli di ingresso e di trasmissione per richiesta di finanziamento, parlano chiaro!). L’inserimento nella piattaforma ReNDiS (Repertorio Nazionale degli interventi per la Difesa del Suolo) è una componente essenziale per concorrere alla graduatoria che consente di ricevere i finanziamenti di progetto pertinenti il rischio idrogeologico. Il progetto inviato ed inserito ufficialmente in Piattaforma ottenne un utilissimo 22° posto nella graduatoria, tanto da ritenerlo finanziabile (vista la disponibilità di oltre 150 milioni di euro). Dunque, “l’inesistente” (ma molto esistente) progetto definitivo dell’ingegnere Francesco Castaldo era in graduatoria ottimale per ricevere il finanziamento di oltre 10 milioni di euro. L’iniziativa dell’inoltro del progetto fu intrapresa per utilizzare l’avviso dell’Asse Prioritario 5 “Cambiamento climatico, prevenzione e gestione rischi, Azione 5.1.1.a.
Avvisiamo i nostri lettori che le carte in nostro possesso non si riferiscono allo sbarco dei Mille a Marsala, ma sono datate fino all’aprile 2018.
In buona sostanza, tra una corrispondenza comunale interna e l’altra (parliamo esclusivamente di documenti ufficiali), tra indecisioni, tra incapacità ad assumere atti concreti a risolvere un tema considerato di alto rischio per la popolazione, si è fatto perdere il finanziamento. Si sono gettati al vento oltre 10 milioni di euro.
Si è detto, nelle ultime ore, che il progetto dell’ingegnere Castaldo non può essere utilizzato perché non ha i requisiti amministrativi. Tradotto dal burocratese, la situazione appare diversa. Al centro della questione c’è la transazione (per la quale sono state preparate varie bozze, l’ultima delle quali definitiva ma mai condivisa dalle parti) dell’ingegnere Francesco Castaldo, titolare del progetto del terzo stralcio.
Ma prima di passare alla transazione, mettiamo a conoscenze di nostri lettori due date essenziali: 29 settembre 2017 e 9 ottobre 2017. Sono due corrispondenze partorite dal dirigente VI Settore, Impianti, Servizi a rete, Gestione patrimonio e Attività produttive.
La prima, 29 settembre 2017 protocollo 25843 è firmata dal dirigente arch. Aldo Misuraca e dal Rup, ingegnere Giuseppe Liotta. E’ indirizzata per Posta certificata elettronica all’Assessorato regionale Territorio e Ambiente. L’oggetto è: urgente nuovo inserimento sulla piattaforma ReNDiS (quella di cui abbiamo fatto cenno e indispensabile per ricevere il finanziamento del progetto). Con la Pec, si chiede il nuovo inserimento di una scheda ReNDiS al “Progetto 3° lotto esecutivo di completamento della sistemazione idraulica del torrente Cansalamone a protezione delle aree del centro abitato soggette a fenomeni di esondazione a rischio molto elevato (R4), Sciacca”. Dunque, siamo di fronte ad un R4, un rischio per la popolazione ad altissima gravità. Inutile soffermarsi sul fatto che la richiesta è corredata da una sfilza di schede ed elaborati.
A distanza di 10 giorni, quindi 9 ottobre 2017, con protocollo interno 4899/6° Set, indirizzata all’ingegnere Giuseppe Liotta, all’assessore Giuseppe Neri, al segretario generale e al sindaco, il dirigente Aldo Misuraca dispone l’immediata rimozione dalla piattaforma informatica ReNDiS del progetto “erroneamente inserito, stante che nessun atto di acquisizione degli elaborati progettuali è stato sottoposto a questo Ufficio e a questa Amministrazione comunale”. L’arch. Misuraca, nella stessa lettera avverte che “nonostante i ripetuti avvertimenti a predisporre preventivamente l’atto di transazione, questo non è stato sottoposto a questa dirigenza da controfirmare”.
Si parla di progetti “non acquisiti a norma di legge” e di “non ricevere, acquisire, utilizzare, in alcun modo nessun atto, progetto o elaborati inerenti le progettazioni dell’ingegnere Castaldo senza una preventiva definizione del procedimento in corso (transazione o altro)”.
Misuraca, nella stessa lettera, dispone di “comunicare all’ingegnere Francesco Castaldo e a tutti gli interessati, in considerazione dell’importanza della progettazione in relazione alla sicurezza ed incolumità pubblica, la piena disponibilità alla definizione del procedimento, purché condotto con atti e modalità chiari e certi a norma di legge, specialmente in relazione agli impegni preventivi di carattere economico a carico dell’Ente”.
Altra data significativa è il 5 ottobre 2017, lettera firmata dal sindaco Valenti con protocollo 4614 e indirizzata all’ingegnere Castaldo: “In riscontro alla sua mail del 5 ottobre 2017 relativa alla sistemazione idraulica del Cansalamone, in assenza di intercorsi contatti ed accordi, mi riservo di assumere informazioni dai competenti Uffici comunali”.
L’ingegnere Castaldo, il 27 febbraio 2018 invia una Pec al sindaco, all’assessore Neri, al segretario generale. Richiede copia della determinazione dirigenziale n. 272 del 22 dicembre 1999 di approvazione di massima del progetto esecutivo relativo al 3° lotto di completamento della sistemazione idraulica del Torrente Cansalamone datato 2017. L’ingegnere Castaldo conclude la lettera rivolgendosi al sindaco: “si coglie l’occasione per rappresentarle che il sottoscritto permane in attesa di poter conferire con il sindaco di codesto Comune in merito ai requisiti amministrativi della progettazione in argomento”, come, tra l’altro, sollecitato anche con lettera del 19 febbraio 2018.
PERCHE’ SI E’ PERSO IL FINANZIAMENTO DI 10 MILIONI DI EURO. Le carte in nostro possesso e che sono custodite nei cassetti degli Uffici comunali, compreso il progetto di massima, non lascerebbero dubbi su un fatto. Il progetto esecutivo, corredato di pareri, doveva essere “acquisito dal Comune”, in quanto titolare è l’ingegnere Francesco Castaldo. Ma il passaggio per l’acquisizione doveva necessariamente espletarsi con l’atto di transazione perché ai professionisti devono essere liquidate somme per le progettazioni e consulenze espletate (Relazione Geologica, Relazione Geotecnica etc) in precedenza. Più che la minaccia di un contenzioso, nella transazione si evince la volontà da parte dei professionisti di ricomporre una procedura malfatta. Cosa che non solo eviterebbe danni economici, di gran lunga superiori alle casse comunali sfociando nelle aule giudiziarie, ma permetterebbe il via libera, da parte dell’ingegnere Castaldo, a trasferire nella disponibilità del Comune il progetto.
Tutti gli schemi di bozza di atto di transizione contenevano un accordo in denaro di gran lunga inferiore a quanto il professionista avrebbe potuto richiedere. Era prevista inoltre una agevole dilazione dei pagamenti.
CHI NON HA VOLUTO DARE SEGUITO ALLA TRANSAZIONE? E’ questo l’interrogativo che gli eletti del popolo devono porsi e porgere a chi di competenza, sia di maggioranza che di opposizione (visto che in aula tutti parlano di operare per il “bene della città”). Dalle carte si evince chiaramente che gli aspetti tecnici erano stati tutti superati. Se la fase tecnica aveva esaurito il suo percorso, è ragionevole immaginare, dunque, che ci sia stata una volontà politica (ma non la sola) a non concludere la transazione. Con la conseguenza che è scaduto il termine per fruire dei 10 milioni (oggi almeno 11,5 milioni) di euro di finanziamento. Un mare di soldi che, come le continue esondazioni del Cansalamone, si sono dispersi nel mare Nostrum!
Filippo Cardinale