IL “PERMALOSO” FICARRA DI NUOVO IN LIZZA PER LA GUIDA DELL’ASP DI AGRIGENTO

Salvatore Lucio Ficarra torna in lizza per la guida dell’Asp di Agrigento. Il nome del 54enne manager ennese è tra quelli selezionati da un’apposita commissione che ha stilato la rosa dei nomi per tutte le Aziende sanitarie ed osPedaliere siciliane dai quali poi saranno fatte le scelte definitive.

Ficarra, inserito anche nell’elenco dei papabili per l’Asp di Ragusa, dove tutt’ora è commissario, e per l’Asp di Caltanissetta, è stato al vertice della sanità agrigentina dal 2014 al 2017. Permaloso e spesso nervoso quando è stato criticato, non ha lasciato un buon ricordo. Insieme a lui, candidato anche Silvio Lo Bosco, attuale direttore sanitario dell’Asp di Agrigento.

Nella rosa dei nomi anche Vincenzo Barone, Salvatore Brugaletta, Alessandro Caltagirone, Antonio Candela, Roberto Colletti, Fabio Damiani, Massimo De Fino, Fabrizio de Nicola, Maria Di Liberti, Giuseppe Drago, Daniela Faraoni, Massimo Giupponi, Armando Gozzini, Giusella La Genga, Paolo La Paglia, Giovanna La Vale, Maurizio Lanza, Mauro Maccari, Walter Messina, Paolo Santino, Giorgio Santonocito Gaetano Sirna, Michele Vullo, Alberto Zoli.

Gervasio Venuti, attuale commissario, è nella rosa dei possibili manager al Policlinico Giaccone di Palermo, al Civico di Messina, al Garibaldi di Catania, ed a Villa Sofia a Palermo, al Cannizzaro e al Vittorio Emanuele di Catania e al Papardo di Messina.

«La pubblicazione – ha commentato il presidente Nello Musumeci – conclude un’approfondita e trasparente che consentirà alla Giunta di governo di compiere, nei prossimi giorni, le scelte adeguate al progetto immaginato per la sanità siciliana».

Un’apposita commissione ha lavorato per la compilazione delle short list di professionisti dai quali si individueranno i manager, così come previsto dalla riforma voluta dall’ex ministro della Salute Lorenzin.

L’assessore della Salute Ruggero Razza chiarisce, invece, che «contrariamente a quanto si è letto su qualche giornale, la Giunta di ieri non ha innovato alcun criterio, né avrebbe potuto senza muoversi al di fuori delle regole del procedimento amministrativo».

Giuseppe Recca