DIA SEQUESTRA BENI PER 1.5 MLN DI EURO A IMPRENDITORE AGRICOLO
Un sequestro di beni stato effettuato dalle prime ore di stamattina dalla Dia di Catania, diretta dal dirigente della Polizia di Stato, Renato Panvino. Il decreto è stato emesso dal Tribunale di Catania, Sezione Misure di Prevenzione, su proposta di applicazione di misura di prevenzione personale e patrimoniale formulata dal direttore della Dia, generale di divisione Giuseppe Governale, in sinergia con la locale Procura Distrettuale Antimafia.
I beni sono stati sequestrati a Salvatore Marletta, 45 anni e nativo di Palagonia (CT). Gli accertamenti patrimoniali svolti sul suo conto, ai fini dell’applicazione della misura di prevenzione, avrebbero evidenziato su Marletta l’assenza di risorse lecite idonee a giustificare gli investimenti effettuati e, nel contempo, una cospicua e generalizzata sproporzione tra i redditi dichiarati ed il patrimonio posseduto. Per lui è stato disposto il sequestro del patrimonio riconducibile allo stesso, al momento stimato in circa 1.500.000 di euro e composto da diversi rapporti bancari in corso di quantificazione, un’azienda operante nel settore agricolo, nonchè un fabbricato di pregio e 18 appezzamenti di terreno ubicati nei comuni di Palagonia e Ramacca.
Nel 2001 veniva arrestato unitamente ad altri soggetti, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere, poiché ritenuto responsabile dei reati di omicidio volontario tentato, lesioni personali e detenzione abusiva di armi, e successivamente sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di P.S. per un anno e sei mesi. Nel 2007, veniva arrestato dai carabinieri di Palagonia in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare, poiché indagati tutti, a vario titolo per i reati di usura, estorsione e porto abusivo di armi in luogo pubblico. Ordinanza estesa anche ad altri tre soggetti, tra i quali Febronio Oliva, ritenuto appartenente alla famiglia mafiosa Di Dio di Palagonia.
Nell’ottobre 2017, la Procura della Repubblica di Caltagirone chiedeva il rinvio a giudizio del Marletta, unitamente ad altri soggetti, poichè accusati di appartenere ad un’associazione a delinquere dedita alla commissione di truffe ai danni dello Stato, mediante attestazione fittizia di assunzione di braccianti agricoli, dichiarazione fraudolenta mediante l’uso di fatture per operazioni inesistenti, occultamento di documenti contabili e bancarotta fraudolenta.