RASO: “SERVE UN PATTO PER LE EMERGENZE DEL TERRITORIO AGRIGENTINO”

La riconferma al massimo vertice della Cgil agrigentina è avvenuta. Il saccense Massimo Raso, 52 ani, è stato dall’Assemblea generale della Cgil. Raso è segretario generale della Cgil agrigentina da sei anni.

“Il Congresso provinciale della Cgil intende rilanciare con forza l’idea che sul nostro territorio agrigentino si possa determinare un incontro-alleanza tra il mondo della produzione (lavoratori e datori di lavoro) e quello delle Istituzioni, per ritrovare insieme la via per far uscire dalla marginalità nella quale è collocato e per essere più forti nella richiesta delle risposte che devono venire dal Governo nazionale e dal Governo della Regione”, dice Raso.

Quali sono i punti salienti che la Cgil intende focalizzare?

“Intanto, bisogna capire se questa nostra provincia vuole crescere e rafforzarsi nella valorizzazione dei suoi beni archeologici, storici e culturali.  possa crescere e rafforzarsi una nuova economia. Questo, ovviamente, comporta una serie coerente di scelte, dalla cura del centro storico alle infrastrutture, dalla pulizia delle città alla cura del suo litorale, dai servizi alle politiche dei trasporti che vengono mortificate da questa condizione”.

Ma ci sono anche diversi temi importanti che da anni attendono risposte.

“Certo. Le terme, per citare un esempio concreto, potranno o no diventare un formidabile volano per lo sviluppo di Sciacca e della zona o restare come un traghetto alla deriva. La Regione intende chiudere questa brutta pagina affidando la gestione attraverso un Bando che non si riesce, incredibilmente, a chiudere”.

E poi?

“Come difendere i siti produttivi esistenti, valorizzare le “eccellenze” e sostenere concretamente il già debole apparato produttivo artigianale e commerciale attraverso un ruolo diverso del credito e del sostegno regionale all’economia. Faccio un altro esempio: “Il “Progetto Kainite” è ancora una ipotesi in campo? Cosa dobbiamo fare delle “aree industriali” ex ASI e come pensare ad uno sviluppo del manifatturiero che sia compatibile con l’ambiente?”

Il Patto per la Sicilia ha avuto una grande eco, ma ancora non si colgono effetti concreti consequenziali.

“E’ urgente e prioritario l’avvio di una vera e propria vertenza sulla infrastrutturazione della provincia, istituendo un tavolo con lo Stato, la Regione,l’ Anas, le  Ferrovie e l’Autorità portuale. Dobbiamo aver il coraggio di pensare “in grande” riprendendo una serie di battaglie per questioni, per noi mai chiuse, come quella di chiedere di accorciare le distanze tra Gela e Castelvetrano e di chiudere questo anello stradale  o di collegare l’interno della provincia e la sua costa con la realizzazione della famosa quanto fantomatica “mare/monti”.

Rimane in sospeso la questione dei precari.

“Bisogna capire se per i precari si troveranno risposte credibili che vadano al di là della semplice proroga annuale. Deve concretizzarsi una stabilizzazione seria che faccia fare un passo in avanti a quei lavoratori e si superi la questione dei  Co.co.co. delle scuole che adesso sono sì stati assorbiti nei ruoli della P.A. ma con contratti che non superano gli 677 euro”.

A proposito di scuole, gli edifici scolastici necessitano di interventi di manutenzione straordinaria.

“Bisogna avere il quadro dello stato delle nostre scuole dove, in Sicilia, il  60 per cento degli edifici non è in regola con le certificazioni antisismiche, mentre il 70 per cento non ha l’agibilità”.

Sui temi che riguardano acqua e rifiuti qual è l’obiettivo della Cgil?

“Occorre che le categorie interessate, la Confederazione e la Federconsumatori,  devono costruire un momento di approfondimento aperto al contributo di quanti su questo tema si sono battuti. Una cosa ci pare certa, il peso economico sul bilancio delle famiglie di  acqua e rifiuti è diventato insostenibile, occorre  avviare percorsi diversi che portino ad una rivisitazione della struttura dei costi, delle diseconomie e a modifiche dei comportamenti anche dei cittadini/utenti”.

Passiamo al tema della sanità, è possibile una reale integrazione ospedale-territorio?

“Sulle politiche sociali e sanitarie occorre puntare sul serio all’integrazione ospedale/territorio, intensificare l’attenzione per gli anziani e per i “diversamente abili”. Su questi temi non è rinviabile aprire una vertenza nazionale per la difesa e lo sviluppo della sanità pubblica volta a garantire il diritto universale alla salute, incrementando il finanziamento al Fondo sanitario nazionale, garantendo in ogni Regione una dotazione di servizi ospedalieri territoriali e di prevenzione adeguata alle esigenze della popolazione”.

Filippo Cardinale


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