PER SCIACCA SERVONO PROGETTI DI AMPIO RESPIRO E NON SOLO PANNICELLI CALDI
Le condizioni generali di Sciacca esprimo una patologia cronica che può essere curata solo con un interventi di spessore, ma soprattutto con una progettualità di ampio respiro che ha l’obbligo di proiettare la città in un periodo di visione più che decennale. In sintesi, ha bisogno di una seria e solida programmazione che metta lo sviluppo di Sciacca al centro di un percorso medio-lungo che abbia, soprattutto, un punto solido nella sua continuità, a prescindere dalle amministrazioni comunali che si succedono.
In buona sostanza, bisogna condividere una programmazione di interventi straordinari su diversi settori che costituiscono il tessuto economico-sociale della città. Una condivisione di una programmazione, destinata ad evolversi, che abbia la garanzia della continuità nel tempo a prescindere chi governa la città. Bisogna assolutamente evitare che ciò che ha inizio (di serio) con un’amministrazione non venga stoppato dalla successiva. Ecco la necessità della continuità della programmazione seguendo una logica di intelligenza politica.
Un esempio è stato il percorso che ha portato alla riqualificazione di vie, vicoli e piazze del centro storico, compresa tutta la vasta zona del Campiglio fino a scendere al porto. Un progetto elaborato, portato a termine anche con il supporto e la continuità di diverse amministrazioni che si sono succedute.
Ma non basta. La visione complessiva si Sciacca deve riguardare anche le infrastrutture, la totalità della viabilità, l’innalzamento necessario e improrogabile del livello di vita sociale e culturale della città.
Per realizzare una seria programmazione occorrono progetti mirati e meritevoli di apporti finanziari che devono essere attinti da più fonti, in primis da quelli comunitari. Servono progetti a medio e lungo periodo pensando ad un percorso di seria crescita della città per almeno i prossimi 20 anni. Una è la domanda sostanziale: come trasformare Sciacca da qui a vent’anni?
Una visione lungimirante può essere la sola svolta significativa e credibile, una base seria per ridare una speranza alle giovani generazioni. Per offrire un esempio più chiaro, manca quella visione lungimirante che in Spagna è stata adottata sulla parte sud del Paese, su quella dell’Andalusia. Una zona quasi desertica 20 anni fa e che oggi, invece, attraverso una seria e lungimirante programmazione urbanistica, sociale, culturale, è ricchissima, colma di strutture, infrastrutture. Hanno puntato sul turismo facendola diventare un riferimento europeo per il golf, per esempio. Tra Malaga, Marbella, Gibilterra, sono stati realizzati 100 campi da golf con lo sviluppo parallelo di un’urbanizzazione sostenibile che ha creato ricchezza e attrazione di investitori importanti.
Il mutuo di 1.5 milioni di euro con la Cassa Depositi e Prestiti, che presto sarà acceso con l’approvazione del bilancio consuntivo 2017 di venerdì scorso, è un atto di ordinaria amministrazione che non ha i crismi di quella lungimirante programmazione a medio e lungo periodo. Il mutuo sarà un pannicello caldo che serve a porre in essere qualche rimedio, qualche toppa. Anche perché i mutui si pagano con le tasse di noi cittadini.
Qui entra in gioco la vera politica, quella con la P maiuscola che, purtroppo, rimane solo un fantasma che volteggia nelle notti emettendo solo qualche inutile folata. Lo sviluppo serio,vero, programmato, può realizzarsi solo se i nostri rappresentanti parlamentari si fanno in quattro per sostenere progetti di ampio respiro. Certo, la condizione necessaria è l’esistenza di progetti lungimiranti. E qui siamo all’anno zero.
Se tutto ciò non si comprende, continueremo a godere di qualche pannicello caldo e continueremo a chiederci inutilmente, specie nei bar, perché la nostra Sciacca rimane al palo.
Filippo Cardinale