POLITICA CITTADINA: E’ TEMPO DI CORTEGGIAMENTO
Comincia la corte ai fuorusciti dalla giunta comunale. La manovra di azzeramento disposta dal sindaco con il benestare dei partiti della maggioranza, ha creato evidente delusione tra i componenti dell’esecutivo, soprattutto tra quelli che si erano candidati al consiglio comunale ed erano stati eletti con un bel pacchetto di voti.
Mettere da parte i 507 voti di Paolo Mandracchia ed i 491 di Filippo Bellanca non è stata cosa di poco conto. C’è voluto un bel coraggio. Non solo da parte del sindaco, ma anche dei gruppi politici di cui i due facevano parte e che sanno quanto sia importante gestire al meglio il consenso. Mandracchia e Bellanca ci sono rimasti male: quanto accaduto lascerà tracce nella vita politico amministrativa cittadina. Bellanca è fuori da tutto, non è assessore e nemmeno consigliere comunale. Mandracchia resta in consiglio, ma in una situazione di evidente imbarazzo che lo induce al momento a fare una seria riflessione su come dovrà comportarsi in aula nei confronti di una maggioranza di cui fa parte e che ad un certo punto ha deciso che lui non era più buono per fare l’assessore. Una bocciatura bella e buona, di quelle che lasciano il segno, anche se al momento deve starsene buono.
Per Bellanca la situazione è leggermente diversa: ci sarebbe stato un preciso disegno che lo ha estromesso dalla vita politica locale. Insieme alla delusione ed alla voglia di scrivere fine ad un lungo impegno politico, c’è adesso in lui un fisiologico desiderio di riscatto. L’interessato dice che al momento non intende pensare ad un futuro politico. Non prima però di raccontare la sua opinione sulla estromissione dal governo cittadino: starebbe programmando una conferenza stampa che potrebbe essere ricca di dettagli non ancora noti.
Nel frattempo, mentre Bellanca riflette sul da farsi, gli arrivano ogni giorno attestati di solidarietà per quanto gli è accaduto e per il mancato rispetto degli accordi che lo riguardavano. Naturalmente tra quelli che lo hanno chiamato per manifestare sostegno, ci sono molti esponenti del centrodestra, gli stessi che fino a qualche giorno fa lo criticavano. Al di là di una solidarietà umana che ci sta tutta e che non ha colore politico, c’è quella politica. La sensazione è che stia cominciando anche un corteggiamento che potrebbe portare lontano.
A Bellanca non è stato revocato solo l’assessorato e la carica di vice sindaco, ma anche la sua storia politica. Quella di dieci giorni fa al salone del Giglio, nello spazio accanto al luogo di culto che per mezzo secolo aveva ospitato le riunioni della Democrazia Cristiana e dove si erano riuniti i componenti di Sciacca Democratica, è stato l’ultimo contatto live tra Filippo Bellanca e il gruppo storico dei cusumaniani, dove politicamente è nato e cresciuto. Con la revoca della carica di vice sindaco, autorizzata dall’intera coalizione e, dunque, anche dal suo gruppo, è stata scritta la parola fine del suo rapporto con Nuccio Cusumano e con tante persone con cui oltre alla politica ha condiviso amicizie e passioni. E’ stata la conclusione di un’intesa politica non solo con Cusumano, ma anche con tanti componenti di un’intera area moderata, nessuno dei quali ha alzato le barricate quando è stato deciso di mandare a casa il vice sindaco Filippo Bellanca.
Ritornando al corteggiamento, in politica drizzano le orecchie a tutti quando si tratta di acciuffare facili consensi. E Bellanca, con i suoi quasi 500 voti, non può finire nel dimenticatoio. Chi sta preparando un progetto politico per le prossime elezioni amministrative (si, mancano quasi 4 anni ma i preparativi sono in corso e anche la speranza di votare prima della scadenza), tiene in considerazione la possibilità di contare anche su Bellanca e su altri esponenti politici che stanno uscendo scottati dall’esperienza attuale. E sono in tanti. Il corteggiamento è iniziato e potrebbe interessare anche alcuni consiglieri comunali “stanchi”. Ma attenzione a non esagerare per non trasformarlo in… stalking.
Giuseppe Recca