LA VERIFICA POLITICA OLTRE LA QUARANTENA. MAI UNA CRISI ERA DURATA TANTO
Nella storia politica di Sciacca mai una verifica politica da parte di una maggioranza che governa la città si era protratta per così lungo tempo. Ufficialmente, essa si apre nei primi di luglio. Quando noi giornalisti scrivevamo di fibrillazioni all’interno della Giunta venivano tacciati di usare parecchia fantasia. Poi, i fatti ci hanno dato ragione. Il sindaco Francesca Valenti è entrata nel periodo della riflessione ammettendo che “così non si può andare avanti”. Tutto il seguito è ormai noto a tutti. Era andata anche, a luglio, una settimana in ferie, allontanandosi dal Palazzo di Città per essere più impenetrabile alle pressioni politiche. Al suo ritorno non sono emerse novità. Poi siamo entrati nel vivo dell’estate con appuntamenti di eventi impegnativi, quale il Ferragosto, la processione della Madonna del Soccorso, il carnevale settembrino. Sarebbe stato azzardato muovere le pedine dello scacchiere assessoriale. Ieri è calato il sipario sulle tre giornate carnascialesche. Chi già da stamattina attendeva che uscisse il coniglio dal cilindro del sindaco è rimasto deluso. Solo la richiesta delle dimissioni, e basta. Punto.
Già qualche giorno fa, una nota stampa di Sciacca Democratica conteneva un messaggio inequivocabile, Francesca fai presto, al di là delle solite espressioni del politichese di rinnovata fiducia.
Oggi la situazione politica della maggioranza sembra più ermetica delle chiusure della United States Bullion Depository, all’interno di Fort Knox, dove è custodita la riserva aurea degli States. Nessuno degli assessori sa che fine farà. Nessuno dei consiglieri della maggioranza sa quali siano le intenzioni del sindaco. E’ un grande gioco di mosca cieca dove tutti i componenti della maggioranza procedono senza percepire l’orientamento della direzione. Molto probabilmente è il virus dell’elezione diretta del sindaco che si divide in due parti. Quella iniziale, della coalizione dove tutti partecipano alla conquista della poltrona più alta del Palazzo di Città. Nella seconda, invece, la forbice si allarga, la coalizione perde la sua incisività iniziale, il sindaco immagina di essere l’unto del Signore. E’ un virus che colpisce inesorabilmente tutti i sindaci da quando la loro elezione è diretta.
Azzeramento? Rivisitazione? Rimescolamento? Azioni che balenano nella mente del sindaco e dei suoi strettissimi “consiglieri” esterni al Palazzo. Punti di domanda che tali rimangono, ma che portano tante incertezze. Sono domande che, verosimilmente, si accostano al sistema di pesi e contrappesi, tanto caro ad Alexis de Tocqueville. A distanza di un anno (non era successo manco all’esperienza di governo di centrosinistra guidato da Vito Bono, che esplose a metà mandato con le dimissioni), il governo cittadino guidato per la prima volta da una donna segna tutto il limite delle difficoltà di amministrare, ma soprattutto di amalgamare le aspettative dei componenti della coalizione.
Oggi, è il giorno successivo alla fine del carnevale settembrino. L’unica novità della giornata è una nota stampa di soddisfazione dell’Amministrazione comunale sull’esito del carnevale, oltre alle dimissioni presentate da Gioacchino Settecasi.
Ma non ci sfugge un particolare. Tutti i comunicati stampa del Comune, partoriti dall’Ufficio stampa (il Comune è uno dei pochi ad essere in regola con tale profilo avendo un addetto stampa iscritto all’Ordine dei Giornalisti e l’unico che può stilare legittimamente una nota stampa) riportano le dichiarazione del sindaco e dell’assessore competente al tema trattato. Quello di oggi non è stato così. La nota stampa era priva di una dichiarazione congiunta del sindaco e (in questo caso) dell’assessore Bellanca. Per la prima volta si tratterebbe di una distrazione?
Noi non lo crediamo, siamo fortemente convinti che prima si risolve la crisi di chi ha le redini del governo cittadino, e meglio è. Ci interessa poco quale coniglio uscirà dal cilindro del sindaco. Ci interessa, invece, che questa Città abbia un governo che metta in pratica ciò che ha promesso in campagna elettorale.
Filippo Cardinale