NUOVA RETE OSPEDALIERA, NON SONO TUTTE ROSE
Il Comitato Civico per la Sanità di Sciacca interviene sugli effetti della nuova rete ospedaliera siciliana, ovviamente con riverberi sulla struttura ospedaliera saccense. Secondo il Comitato, la nuova bozza ripropone le perplessità e le incongruenze segnalate da tempo dagli addetti ai lavori e, per la realtà del territorio, dalmedesimo comitato.
Al di là del riconoscimento come DEA (Dipartimento Emergenza e Accettazione ) di I livello, le concessioni strappate per servizi di nuova istituzione (Neurologia, Neuroradiologia, la riclassificazione dell’Oncologia come UOSD (Unità Operativa Semplice Dipartimentale) fanno da pendant alla declassificazione dell’Emodinamica UOS (Unità Semplice) e il declassamento della Farmacia Ospedaliera da UOC (Unità Operativa Complessa) a UOSD (Unità Operativa Semplice Dipartimentale).
Distribuzione dei Posti Letto. Il quoziente fissato in base al cd Decreto Balduzzi è di 3 PL per mille abitanti per acuti e lo 0.7% per le post-acuzie. Il che significa che, se applicato alle singole ASP, quella di AG avrebbe potuto contare su almeno 1300 PL totali. Ci ritroviamo con 887 PL in totale, comprensivi di quelli destinati alla lungodegenza e riabilitazione. Dei 126 PL in più, previsti per l’ASP AG, a Sciacca ne vengono riconosciuti 4.
“Evidentemente il criterio è stato reinterpretato in riferimento alla demografia dell’intera regione, lasciando sostanzialmente intatte se non aumentate le dotazioni di PL delle aree metropolitane e delle case di cura private c/o convenzionate”, sostiene il Comitato, che aggiunge che “il disegno mantenuto nel tempo continua ad essere quello della desertificazione di fatto dell’assistenza ospedaliera nelle ASP periferiche, dove si esercita la mannaia del divieto dei reparti fotocopia e dove, a cascata, il peso della discrezionalità della politica nella distribuzione delle risorse diventa ancor più insopportabile”.
Mobilità sanitaria passiva. A riprova di ciò rimane il macigno dei 100 milioni di mobilità passiva accumulati dall’ASP di AG, per il 70% dovuti a pazienti della nostra provincia che vanno a curarsi presso altre strutture della stessa Regione, prevalentemente di PA e di CT. “Evidentemente per i programmatori regionali e per gli esecutori periferici i disagi personali, logistici e familiari, e l’esborso di denaro da parte di cittadini costretti, non per loro scelta, a recarsi presso strutture al di fuori della propria provincia, sono un prezzo compatibile con l’intangibilità degli interessi delle strutture sanitarie pubbliche e private delle principali città siciliane”, rimarca il comitato, il quale “per fare il punto sulle iniziative da adottare nel futuro, organizzerà una pubblica assemblea per il giorno 7 settembre 2018 nei locali del Circolo di Cultura di Sciacca”.